Un fascio di elettrodi a supporto dei non vedenti?

Sviluppata dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dal Politecnico di Losanna, la nuova tecnologia basata sulla stimolazione del nervo ottico consentirebbe di inviare informazioni visive al cervello in maniera diretta senza passare per l’occhio

I ricercatori che hanno condotto lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Biomedical Engineering, hanno ideato OpticSeline, uno speciale fascio di elettrodi che in futuro potrebbe essere ulteriormente sviluppato come protesi visiva per aiutare i non vedenti a svolgere le attività di tutti i giorni. Il dispositivo, inserito all’interno del nervo ottico, è infatti in grado di stimolarlo inviando informazioni visive direttamente al cervello, senza passare per l’occhio. «Oltre all'utilità clinica, le protesi per la stimolazione del nervo ottico, del talamo visivo o della corteccia visiva potrebbero anche servire da strumenti per lo studio del sistema visivo - si legge in una sintesi dello studio sul sito della rivista - La stimolazione del nervo ottico è particolarmente promettente perché attiva direttamente le fibre nervose, sfrutta l'elaborazione di informazioni di alto livello che si verifica a valle nel percorso visivo, non richiede trasparenza ottica e potrebbe essere efficace in caso di trauma oculare».
I primi test sono stati condotti con successo sui conigli e, secondo quanto sostengono gli studiosi, potrebbero portare a una sperimentazione sull’uomo in tempi brevi.
(red.)

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