Osvaldo Pettazzoni, addio al pioniere dell’oftalmica in Emilia Romagna

Mercoledì scorso è mancato a 95 anni l’imprenditore bolognese che a metà del secolo scorso fondò Ottica Artigiana, da cui sarebbe nata Optovista, oggi guidata dal figlio Paolo

La storia imprenditoriale di Osvaldo Pettazzoni (nella foto) ha inizio nel 1953, ma la passione per questo settore nasce ben prima: nel ’43, ad appena 16 anni, viene assunto alla Ducati, che allora produceva articoli e componenti di ottica fine. Qui si specializza al punto da avviare l’attività in proprio, che nel ’56 sfocerà nella nascita di Ottica Artigiana, a Borgo Panigale, nell'hinterland di Bologna. L’ulteriore svolta avviene nel 1973, quando l’azienda oftalmica da lui fondata si sposta alcuni chilometri a nord, nel futuristico, per i tempi, stabilimento di Calderara di Reno. Da quel momento l’attività cresce rapidamente: negli anni 80 le lenti in vetro minerale prodotte dalla Osvaldo Pettazzoni & C. vengono apprezzate sia per la qualità del prodotto sia per il servizio di consegna. Il successo travalica i confini nazionali, collocando l’impresa emiliana tra le realtà leader nel mercato oftalmico europeo, con i distributori dei principali paesi come partner di riferimento. Nel decennio successivo Osvaldo affronta con il figlio Paolo una nuova sfida: in società con la famiglia Bordini fonda Optovista, che si specializza in lenti da costruzione per i centri ottici italiani. Da circa vent'anni si era ritirato dall’attività operativa, lasciando la gestione completa dell'azienda al figlio, pur mantenendo la carica di consigliere nel Cda di Optovista fino al 2017, quando nel ruolo ha preso il suo posto il nipote Enrico.

«Con Osvaldo Pettazzoni si spegne una figura di spicco dell’imprenditoria italiana che ha fatto la storia del nostro settore, contribuendo in modo significativo a una cultura della qualità del prodotto e dell’innovazione – si legge in una nota dell’azienda - Con lui scompare un bagaglio culturale enorme, l’arte del costruire le lenti artigianalmente, che mai sarà possibile recuperare, ma lascia a tutti, eredi e collaboratori, un messaggio importante derivante dal suo esempio di vita e lavorativo: anche in un mercato evoluto e tecnologicamente avanzato la componente umana rimane centrale, perché solo la cura del dettaglio e della qualità del prodotto che hanno persone appassionate del proprio lavoro può davvero fare la differenza».

«Mio padre ha vissuto tutte le principali fasi dell’oftalmica, in Italia e in Europa, nonché di Mido, al quale ha partecipato per più di trent’anni, dal 1978 al 2009: chi lo incontrava in fiera trovava in lui la stessa passione e lo stesso entusiasmo che lo animavano già agli inizi della sua attività, quando personalmente consegnava le lenti da vista in vetro agli ottici della sua Bologna», ricorda a b2eyes TODAY Paolo Pettazzoni.

A.M.

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