Nel business aiuta di più la cooperazione o l’individualismo?

Il recente annuncio di un programma di partnership tra Optocoop Italia, consorzio di 15 cooperative, e Vision Adria, coop presente nel Veneto orientale e in Friuli da oltre 25 anni, deve far riflettere sulla necessità o meno di fare squadra anche nell’ottica

Se pensi a cooperativa immagini subito la storica pubblicità della Coop e il suo slogan “La coop sei tu”. Secondo il report The Power of Cooperation, pubblicato da Cooperatives Europe nel 2016, il paese europeo con maggiore densità cooperativa risulta l’Olanda, dove addirittura ogni cittadino è socio di una coop. Ma è l’Italia il primo in Europa per numero di cooperative, con 39.600 imprese sociali, davanti alla Turchia (33.857), alla Francia (22.517) e alla Spagna (20.050). Nel nostro paese sono occupati nelle coop oltre un milione di persone. Le cooperative perseguono lo scopo mutualistico: il loro compito, infatti, è fornire beni, servizi oppure occasioni di lavoro direttamente ai membri dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle che gli stessi potrebbero ottenere sul mercato. Lo spirito della cooperativa è perfino espresso dalla Costituzione Italiana, che all’art. 45 recita: “la Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata”.
Il boom delle coop nell’ottica risale agli anni 90. Molto probabilmente lo scopo mutualistico si basava sul “siamo in tanti e compriamo meglio” piuttosto che sul “paghiamo meno tasse delle società private”. Di fatto però il principio che l’obiettivo non era il lucro ma la soddisfazione dei soci ha permesso alle coop virtuose di resistere alle crisi grazie anche ai fondi di riserva e alla loro vocazione del pareggio. In un mercato piatto, e non tortuoso come quello attuale, questo atteggiamento era più che corretto. Oggi però le cooperative, soprattutto nell’ottica, si trovano a un bivio che, a quanto pare, Oxo e Vision Adria hanno deciso di oltrepassare. Se le coop nazionali non fanno squadra, non condividono i loro valori e non sviluppano nuovi progetti insieme sia sul mercato interno sia sul pubblico, che cosa stanno a fare da qui al 2025? La lectio magistralis dell’operazione tra Luxottica ed Essilor ha convinto pochi interlocutori dell’ottica nell’intraprendere un percorso simile. Siamo ancora tutti sulle barricate con i sacchetti di sabbia alle finestre degli uffici.
Eppure, oggi serve altro. Serve una visione comune, una sintesi di valori da indirizzare a consumatori sempre più imbarazzati dalla guerra dei prezzi e da un mercato dell’ottica pieno di insidie. Serve sbaraccare le barricate e andare sulla strada a incontrare gente vera che ti racconta problemi veri cui dare una risposta seria. Ecco perché la cooperativa è la forma più vicina a questo sentimento. Se non è nata solo per gli scopi del risparmio di costi e tasse, la coop deve farsi carico prima di tutti di offrire il massimo valore possibile al proprio mercato, interno ed esterno. Nell’ottica, non esistendo una lega delle cooperative, una sorta di cabina di regia del cooperativismo della visione, le azioni nascono dall’incrocio di persone. Per cui la partnership tra Oxo e Vision Adria è la benvenuta. Nulla a che vedere con altre operazioni solo apparentemente simili: in questo caso abbiamo esclusivamente buoni propositi, condivisione di percorsi, obiettivi comuni a vantaggio dei rispettivi soci e del pubblico di riferimento. Cosa aspettate, coop dell’ottica? Il futuro è vostro.
Nicola Di Lernia

Professione