C’è del surplus in Italia

Così direbbe Marcello a un contemporaneo Amleto che segue il fantasma del padre indossando un occhiale Safilo. L’augurio è che la trama del dramma di Shakespeare non si ripeta ancor oggi

L’incipit di questa pillola nasce dall’affermazione principale del comunicato stampa Safilo riguardo i possibili 350 esuberi nella produzione. “Oggi – vi si dichiara - negli stabilimenti italiani si evidenzia un surplus di capacità produttiva pari a circa il 15%, derivante da una serie di congiunture che convergono, tra le quali collezioni che vanno a regime dopo alcune stagioni di esplosione delle richieste e il recupero totale dei ritardi di produzione che si erano accumulati nel passato”.
La storia ci insegna che nel 2009 l’olandese Hal Holding acquistò una quota di rilevanza del Gruppo Safilo, compreso il suo retail internazionale. “Nel complesso – si leggeva sul Sole 24 Ore - l’operazione porterà a un dimezzamento del debito di Safilo, che a fine giugno era pari a 592 milioni di euro”. Un’operazione necessaria quindi per salvaguardare il futuro dell’azienda e dei suoi oltre settemila attuali dipendenti realizzata dall’allora amministratore delegato, Roberto Vedovotto, attuale numero uno di Kering Eyewear. Sono passati oltre otto anni e il “salvatore della patria” oggi annuncia che c’è del surplus nella produzione made in Italy di Safilo e che, passata l’emergenza produttiva (Eduardo de Filippo direbbe ’a nuttata) e visto il ridimensionamento del successo di alcune collezioni non precisate, il paese da cui nasce Safilo si deve ridimensionare.
Gli olandesi, a dispetto del clima, sono i secondi produttori mondiali di pomodori freschi, dopo il Messico. La coltura olandese è “fuori suolo”, ovvero le radici delle piante vivono dentro sacchetti e alimentate da tubi di plastica controllati dal computer. Così le piante possono arrivare anche fino a cinque metri di altezza e produrre più del quadruplo delle piante coltivate al sole con costi di produzione estremamente competitivi. L’Italia acquista pomodori dall’Olanda soprattutto nei mesi estivi perché la resa per mq, date le nostre temperature elevate, è di 35 kg/mq contro quella olandese che arriva fino a 80. Contrariamente all’opinione comune, infatti, il periodo migliore per comprare il pomodoro siciliano è da novembre ad aprile grazie al clima mite e temperato dell’inverno del nostro sud. Consideriamo, dunque, che la pizza che mangiamo potrebbe contenere pomodoro olandese nonostante la stessa Google affermi che la parola “made in Italy” è tra le prime venti più digitate sul pianeta.
Forse è il momento di correre ai ripari e di riconfermare nel mondo i valori dell’occhiale made in Italy indipendentemente da chi lo fa, affinché questa antica produzione e le sue mani sapienti non vadano a finire in serra, come i pomodori.
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