Erano il suo segno distintivo, insieme ai papillon rossi: il 24 aprile lo stilista israelo-americano, direttore creativo della maison dal 2001 al 2015 per la quale realizzò anche i modelli eyewear allora in licenza a De Rigo, è morto a 59 anni
Anche se non era più il direttore creativo dal 2015, e aveva lavorato con Geoffrey Beene a New York, con Guy Laroche e Yves Saint Laurent a Parigi, con Krizia a Milano, il nome di Alber Elbaz (nella foto, tratta da corriere.it) è e sarà sempre legato a Lanvin. In una collaborazione durata 14 anni ha ringiovanito, e portato alle stelle, l’immagine della maison fondata dalla mitica Jeanne nel 1889. Creativo e audace, ha introdotto in collezione zip industriali, bordi al grezzo, fiocchi a sorpresa, per tenere fede all’obiettivo di vestire le donne con “agio” e allegria. Il suo motto era: “Se fossi una donna cosa vorrei? Qualcosa che sia soprattutto comodo e divertente”.
Rientra in questa visione anche la prima collezione eyewear da vista, firmata Lanvin, nel 2012, seguita a quella da sole del 2011. Molto caratterizzati i modelli con dettagli gioiello ed elementi rétro. Gli occhiali, grandi, neri, geometrici, tra l’altro, sono sempre stati il suo segno distintivo personale, come i papillon rossi. Amati da attrici e personaggi, i suoi abiti hanno vestito Michelle Obama e sono passati spesso sui red carpet. Con Beyoncé, Meryl Streep per l’Oscar a The Iron Lady, Natalie Portman, Nicole Kidman, Julianne Moore. Ultimamente, dopo una collaborazione con Tod’s per la Tod’s Factory, aveva lanciato, con Richemont, Az Factory, brand di moda inclusiva ed ecosostenibile maschile e femminile, che mette insieme artigianato e tecnologia.