Paris Fashion Week: a spalle “larghe” contro il coronavirus

Abiti architettonici, con uno sguardo agli anni 80 e 90, ma pochi occhiali: è la tendenza generale rilevata all’ultima settimana della moda parigina, che si è chiusa il 3 marzo con le collezioni donna autunno inverno 2020 2021, senza particolari provvedimenti nonostante la diffusione del Covid-19 che, invece, aveva avuto impatto sulle ultime giornate di Milano

Chiuso il Louvre. Il governo francese annuncia misure urgenti a sostegno delle imprese per far fronte al coronavirus. Le sfilate invece hanno proseguito normalmente secondo il calendario. La Chambre Syndacale de la Mode, equivalente della nostra Camera Nazionale della Moda, non ha preso nessuna iniziativa, come del resto le maison. Certo sono mancati i buyer cinesi, ma la cosa non sembra aver preoccupato più di tanto. Solo martedì scorso, ultimo giorno, si sono viste sedie vuote anche in prima fila e un gran parlare, soprattutto tra gli americani, di come organizzare il ritorno a casa per evitare la quarantena.
La tendenza diffusa, se di tendenza si può parlare, è quella di una moda più confortevole, qualcuno ha detto rilassata. Con una certa attrazione per le geometrie e le architetture, e uno sguardo agli anni 80 e 90, soprattutto per quel che riguarda le spalle. Meno gli stampati, più i colori uniti. Grande ritorno del nero, secondo Pierpaolo Piccioli di Valentino il colore “più democratico”, adatto a donne mature, giovani e a uomini. Sentito anche il tema dell’inclusività. Chanel ha proposto capi adatti a madri e figlie. Valentino ha mandato in passerella con un fasciante abito di pelle nera Jill Kortleve, una delle più famose top curvy, mentre Virgil Abloh per Off-White ha fatto sfilare Bella e Gigi Hadid e la mamma Yolanda, in blazer e pantaloni con occhiali da sole a farfalla. Poche montature presenti: grandi, a fascia da Rick Owens, spruzzate di cristalli da Miu Miu per accessoriare gli abiti camicie da notte e da Louis Vuitton (nella foto). Il direttore creativo Nicolas Ghesquière ha mescolato con audacia epoche, annate e stili, dal texano al torero. E per ribadire il concetto, sullo sfondo della passerella c’erano duecento coristi vestiti dalla celebre costumista Milena Canonero con abiti di scena dal XV secolo al 1950. Occhiali, ma da vista, anche al finale della sfilata di Vivienne Westwood: quelli portati dal marito, nonché stilista della collezione da diverse stagioni, Andreas Kronthaler.
Luisa Espanet

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