Con gli show parigini si chiudono le presentazioni delle collezioni primavera estate 2020: l’eyewear è presente con modelli futuristici, ispirati agli anni 60 e in alcuni casi alternati a maschere-trucco
Per le sfilate di Milano si era parlato di una tendenza a creare capi che durino nel tempo, perfettamente compatibile con sostenibilità e smaltimento dei rifiuti. Nei nove giorni di passerelle parigine, conclusesi martedì scorso, il tema si è enfatizzato.
Gli stilisti ritornano al passato, guardando soprattutto ai capi anni 70 e 80, ma rivedono negli archivi i pezzi più iconici, per impreziosirli. Grande attenzione quindi alla scelta dei tessuti, alle stampe, all’uso di ricami, pizzi, dettagli haute couture. Ma sempre con un occhio al rinnovamento. Cosi Anthony Vaccarello da Saint Laurent accosta la morbida giacca con griffe e taglio sartoriale agli short e accessoria con cintura di coccodrillo, stivali e occhiali da sole a maschera. Da Chanel, Virginie Viard erede dello scomparso Karl Lagerfeld, aggiunge elementi femminili ai capi classici. Da Louis Vuitton, che come abbigliamento non ha un suo passato, Nicolas Ghesquière s’ispira alla Belle Époque, ma prende silhouette e colori, anche per gli occhiali, anni 60.
Fuori dal coro, come sempre, Vivienne Westwood, per cui ogni outfit è diverso dall’altro e ognuno ha una storia, completata da copricapi stravaganti o da maschera-trucco intorno agli occhi (nella foto, a destra) in alternativa ai maxi-occhiali tondi. Il make up che sostituisce gli occhiali è la caratteristica dei tableaux vivants di Schiapparelli (nella foto, a sinistra). L’eyewear è, invece, tra i protagonisti da Lanvin e Balenciaga. Da Lanvin dove, disegnato dal direttore creativo Bruno Sialelli con Marchon, è in linea con lo stile sofisticato della collezione. Da Balenciaga, a completare il look militare-futurista di Demna Gvasalisa, ecco occhiali con logo sulle aste, illuminato da led ricaricabili con cavo Usb.
Luisa Espanet