Deneuve e Martel: da dietro gli occhiali partono stilettate

Nelle prime conferenze stampa del Festival cinematografico in corso a Venezia l’attrice francese e la regista argentina, caratterizzate anche da montature che non sono passate inosservate, hanno catalizzato l’attenzione delle cronache

Grandi star, grande cinema e grandi code in questa 76esima Mostra internazionale d’Arte cinematografica di Venezia, che sarà ricordata come una delle più calde. Dimostrativi il red carpet d’inaugurazione con signori in smoking, in camicia fino a un attimo prima di entrare e signore affaticate e traballanti su tacco 12 sotto i lunghi abiti. Partenza con La Verité, primo film europeo del regista giapponese Hirokazu Koreeda, già comparso a Venezia nel 1995 con un lungometraggio. Nel cast Catherine Deneuve nei panni di Fabienne famosa attrice, Juliette Binoche figlia trascurata che vive a New York e Ethan Hawke marito alcolizzato e attore fallito. Tensioni, rimpianti, bugie, misteri, tradimenti, segreti, giochi di ambizioni con una Deneuve strepitosa con la sua cinica battuta “Preferisco essere una cattiva madre e una pessima amica, ma una buona attrice”. Bellissima, anche se un po’appesantita, sempre attenta all’immagine, come Fabienne con gli occhiali da presbite a farfalla, in conferenza stampa, con la cuffia per la traduzione, appoggiata a un orecchio per non rovinare la coiffure, la stessa di Belle de Jour. Applausi e commozione per il Leone alla carriera di Pedro Almodovar, con lungo discorso di Lucrecia Martel, presidente di giuria. La regista argentina, entrata nelle cronache per la sua scottante dichiarazione “Non applaudirò Polanski. Non separo l’uomo dall’opera”, ha indossato anche sul palcoscenico della Sala Grande i suoi occhialoni con lenti scure e montatura in madreperla (nella foto).
Luisa Espanet

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