Significa studiare le sfilate, documentarsi sulle riviste di moda, seguire i blogger più autorevoli: sono alcuni degli spunti emersi dall’evento del primo luglio al Palazzo dei Congressi di Firenze, L’ottico che verrà
Uno degli aspetti cui si è dato rilievo a L’ottico che verrà (nella foto, da sinistra, Gilberto Calzolari, designer e vincitore del Green Carpet Award 2018, e Luisa Espanet) è la stagionalità della moda o, meglio, la non stagionalità. Non esistono più le stagioni, potrebbe esserne la sintesi. Infatti, per quanto le collezioni siano proposte due volte l’anno, per il prêt-à-porter femminile e maschile e per l’alta moda, di fatto sulle passerelle non si vedono più grandi differenze. In più, a complicare il panorama di tendenze e proposte, si aggiungono per la donna le “collezioni crociera”, presentate poco prima della moda autunno inverno femminile di febbraio-marzo, con capi molto leggeri, per una clientela che si concede nei mesi freddi una vacanza al sole. O ancora, varie maison hanno adottato da qualche tempo il see now buy now. Con questa formula, si può subito dopo la sfilata acquistare un capo senza aspettare che sia nei negozi, dopo i canonici sei mesi. Formula che non sempre si è rivelata un successo. Alcuni sostengono che la moda è anche un po’ sogno, aspirazione, per cui poter avere immediatamente un oggetto del desiderio toglie quel plus.
In tutto questo come si muove l’ottico, che a settembre propone nei negozi la collezione invernale e a marzo quella estiva? Come può coordinarsi con la moda, dal momento che prepara le collezioni un anno prima, esattamente come gli stilisti fanno per l’abbigliamento? Per essere aggiornato l’ottico deve fare un lavoro di scouting attento, che non significa solo seguire direttamente o in streaming le sfilate e documentarsi sulle riviste di moda, che precedono l’uscita nei negozi delle collezioni. Ma fiutare l’aria, controllare e seguire il digitale, dove i blogger hanno già acquisito i trend.
Luisa Espanet