"Il traditore" di Marco Bellocchio non ha conquistato nessun premio alla kermesse cinematografica che si è chiusa sabato scorso, ma è già epica la scena in cui il protagonista entra nell’aula bunker di Palermo protetto dai carabinieri, con la sua montatura da sole, tra le urla di protesta dei mafiosi nelle gabbie degli imputati
La Palma d’oro all’ultimo festival di Cannes è andata per la prima volta al regista sudcoreano Bong Joon-Ho che con Parasite è riuscito a convincere tutti, critica e pubblico. Joon-Ho è da premiare anche per i suoi occhiali eleganti e fotocromatici, la scelta ideale per un regista visionario, che ha girato una black comedy giovane, travolgente e piena di sorprese: addirittura c’è anche spazio per la canzone In ginocchio da te di Gianni Morandi. Quest’anno sono state privilegiate le cinematografie “emergenti” ed è stato un bene aver dato il premio della Giuria ai registi brasiliani Kleber Mendonca Filho e Juliano Dornelles, che ha indossato Ray-Ban sulla Croisette e alla premiazione, per il western fantastico Bacurau, girato nelle fazende del poverissimo sertao del nord est, per solidarietà agli artisti brasiliani che rischiano di vedere cancellati i finanziamenti pubblici dal governo Bolsonaro. Un premio ex aequo con il poliziesco Les Miserables del regista francese originario del Mali Ladj Ly. Il prestigioso Grand Prix, invece è andato ad Atlantique della regista franco senegalese Mati Diop.
E l’Italia? Quest’anno non ha ricevuto premi ma Il traditore di Marco Bellocchio sta trionfando nel mondo. Tutti lo vogliono, tutti lo comprano. Rimarranno per sempre nella nostra memoria gli occhiali Carrera indossati dal pentito Tommaso Buscetta-Pierfrancesco Favino al Maxiprocesso di Palermo e durante i momenti clou di questo film immenso (nella foto, tratta dal trailer). Un film su Cosa Nostra, su Giovanni Falcone, sul Male, sulla vendetta e sulla vanità. Due ore e mezza che tolgono il respiro.
Rosaria D’Amico