Gli ottici sono pronti per il “guerrilla marketing”?

All’interno di una crisi che alle imprese produttrici impone soprattutto una tenuta del fatturato e la riduzione dei costi, in particolare del personale, con ripercussioni nel medio termine sui consumi, all’evento romano è stato ricordato che ora non è più sufficiente puntare su prodotto, prezzo e sconto per soddisfare il cliente. «Occorre garantirgli la conoscenza e la soluzione del problema, tornare cioè a fare il mestiere dell’ottico optometrista», ha ricordato Pecoriello. Il consumatore, dunque, oggi è più evoluto, per cui è possibile fare un salto qualitativo anche per conquistarlo: lavorare sul bacino d’utenza del proprio negozio, evitare una rischiosa battaglia esclusivamente sui prezzi, selezionare i segmenti della clientela proponendo delle soluzioni a maggior valore aggiunto, investire nelle nicchie, come gli occhiali per bambino, lo sport, le lenti a contatto da prescrizione o l’ipovisione, ad esempio. «In altri settori merceologici stanno riscuotendo grande successo e incrementando le vendite forme di marketing non convenzionale, tra cui il guerrilla marketing o persino l’advocacy marketing, dove l’azienda si pone addirittura come difensore dei diritti del compratore - ha sottolineato Sandro Castaldo, direttore dell’area marketing di Sda Bocconi – Perché non pensare a qualcosa del genere anche per l’ottica?».
Il docente milanese ha, inoltre, ricordato che nell’attuale congiuntura fornitori e distributori sono i partner ideali per recuperare fiducia sui mercati e sviluppare l’innovazione. «È proprio adesso che bisogna fare sistema – ha detto Castaldo alla mostra convegno di Roma – Nei settori dove l’industria italiana è più brava è la filiera che funziona, per cui oggi vale un nuovo detto: fidarsi è bene, ma non fidarsi degli altri in questo momento è sicuramente peggio».
A.M.