Fiorucci in mostra: un innovatore, anche negli occhiali

Alla Triennale di Milano vita, arte e creazioni dello stilista, scomparso nel 2015: dagli anni Sessanta in poi ha rivoluzionato il costume e la moda in Italia. L’eyewear con il suo nome fu lanciato sul mercato da Sichel&Sichel, per poi essere rilevato da Eyevit e infine dal 2012, per un periodo successivo, da Jet Set. Ma soprattutto Elio contribuì a renderlo un accessorio indispensabile

Continua a essere visitatissima la mostra dedicata a Elio Fiorucci (nelle foto sotto), aperta il 6 novembre alla Triennale di Milano fino al 16 marzo. Il perché del successo non dipende solo dal forte richiamo del personaggio, ma anche dalla formula dell’esposizione. Curata da Judith Clark, docente di moda e museologia a Londra, con l’allestimento di Fabio Cherstich, regista e scenografo, racconta la vita dell’uomo in parallelo alla sua forte influenza nei mutamenti della cultura e degli stili di vita, dal vestire all’oggettistica, all’arredo, di quegli anni. In un percorso cronologico «ma con il permesso di divagare» per «un documento aperto non chiuso, una biografia intellettuale rispettosa delle mura in cui siamo», ha commentato Clark.

Da vedere abiti, oggetti, foto di celebrità. Da Andy Warhol che scelse lo store Fiorucci di New York per presentare la sua rivista Interview, a Keith Haring cui Fiorucci affidò il compito di decorare le pareti del negozio di Milano, a Madonna e Basquiat. E poi moltissimi manifesti, nella maggior parte dei quali spiccano figure, soprattutto di donne, con montature da sole. Non a caso Elio Fiorucci è stato un creatore di occhiali, che ha proposto nelle forme più svariate e accattivanti, rendendo l’eyewear indispensabile accessorio. Tra le testimonianze in questo senso il manifesto della donna con occhiali blu e in mano il Corriere della Sera dell’ottobre 1976 aperto sull’articolo di Enzo Biagi dal titolo “L’uomo che ha distrutto la moda” (nella foto principale). Ovviamente scritto sul filo dell’ironia.

Luisa Espanet

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