Con quel titolo “Daniele Tamagni. Style is life” e per il fatto di essere stata aperta a Palazzo Morando la settimana precedente la Fashion Week milanese, la prima retrospettiva del fotografo milanese, scomparso nel 2017 a soli 42 anni, potrebbe sembrare una mostra di foto di moda. E invece non lo è, o meglio è molto di più. Tamagni, nei suoi reportage in giro per il mondo, ha fotografato gli stili e le tendenze della moda di strada. Documentando in questo modo i movimenti e i cambiamenti sociali.
Nelle novanta fotografie esposte, di cui alcune inedite, si va dalle immagini delle lottatrici boliviane con le gonnellone, rappresentative di un femminismo sociale e politico, ai metallari del Botswana, inquadrati nella vita quotidiana, alle crew urbane di Johannesburg nella loro ribellione a un contesto repressivo.
Fino alle foto, queste più legate alla moda, oltre che alle mode, della settimana del fashion di Dakar o dei sapeurs congolesi della Sape, la Società degli animatori e delle persone eleganti, di Bacongo, quartiere di Brazaville. Sembra che lo stilista inglese Paul Smith, per la sua collezione primavera estate del 2010, si sia ispirato a queste fotografie contenute nel libro Gentlemen of Bacongo. Sono immagini dove emergono, oltre all’espressione dei visi, i dettagli colorati degli abiti e degli accessori, tra cui moltissimi occhiali (nelle foto). Da quelli con la montatura rosa del sapeur con pipa, a quelli metallici da vista e da sole dei sapeurs in kilt e in completo. Da quelli di signori seduti su un divano, probabilmente nel backstage di una sfilata, fino a quelli dorati, che sembrano montati al contrario, di un sapeur con piccola pipa. Anche se i più particolari della mostra sono quelli con dipinti sulle lenti di un ragazzo con piercing, forse un metallaro del Botswana.
La mostra, curata da Aida Munich e Chiara Bardelli Nonino, promossa e organizzata dalla Daniele Tamagni Foundation in collaborazione con il Comune di Milano, resterà aperta fino al 1° aprile.
Luisa Espanet