Zaccagnini, un Congresso ancora più interdisciplinare

Il tema della ventiduesima edizione dell’evento, “L’ametrope futuro: il profilo della visione che verrà”, in programma il 14 e 15 aprile nel nuovo Auditorium del Savoia Regency di Bologna, coinvolgerà esperti internazionali specializzati in molteplici ambiti

«Mai come per questa edizione l’aggettivo interdisciplinare appare appropriato per qualificare e identificare il Congresso dell’Istituto Zaccagnini, su cui convergeranno dibattiti, relazioni e seminari dei molti relatori italiani e stranieri provenienti da ambiti scientifici e professionali diversi, che affronteranno il tema con un’ampia latitudine di approccio - si legge in un comunicato della scuola - Negli ultimi trent’anni i cicli economici sfavorevoli e le trasformazioni sociali si sono susseguite a ritmi sempre più serrati e hanno dato origine a nuove generazioni, individuate in letteratura come Millennials, Centennials e Alpha Generation, portatrici di nuovi e diversi valori rispetto a quelli delle generazioni precedenti. Ciò che maggiormente le distingue è l’uso intensivo dei device digitali che produce due effetti: uno sociale consistente nel trasferimento delle loro relazioni interpersonali dal mondo reale a quello virtuale della rete dei social e l’altro che riguarda la modifica dei tempi e delle modalità dell’evoluzione del sistema visivo».
Il Congresso Zaccagnini 2019 si è dato il compito di affrontare questo secondo aspetto del problema e per farlo «offrirà un denso programma di relazioni, workshop e tavole rotonde, di cui quella di lunedì 15 aprile è dedicata alle implicazioni di vario genere dell’oggetto della headline sulle attività delle imprese che operano nella filiera ottica - prosegue la nota - L’attualità del tema e dei contenuti che tratta ha trasferito molte delle sei sessioni in cui si articola l’evento sul terreno dell’innovazione medico scientifica e della pratica professionale. Da questo punto di vista corre l’obbligo di citazione per la seconda sessione dedicata alle innovazioni che stanno cambiando le best practice, le terapie, i materiali e gli strumenti: in particolare le relazioni di Angela Peghetti, membro del Consiglio della Fondazione GIMBE, di Maria Vittoria Cicinelli, dell’ospedale San Raffaele di Milano, e quelle sui nuovi materiali di Guglielmo Lanzani, direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di Sonja Visentin, dell’Università di Torino, e di Maria Cristina Cringoli, del Marchesan Lab di Trieste. Folta, come da tradizione, la presenza di relatori stranieri, come, tra gli altri, Shehzad Naroo, della Aston University di Birmingham, Susana Marcos, direttrice del VioBio Lab di Madrid, Robert Montés-Micó dell’Università di Valencia» (nella foto, un momento del Congresso Zaccagnini 2018).
(red.)

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