Nelle ultime passerelle parigine per il prossimo autunno inverno, conclusesi il 10 marzo, tutte in streaming, le location sono state importanti e svariate: come per gli show milanesi, l’eyewear ha avuto un ruolo fondamentale anche nella costruzione di vere e proprie storie
La sfilata di Dior, una favola, anzi un mix di favole, inizia in un bosco e prosegue nel Corridoio degli Specchi della Reggia di Versailles. Le modelle indossano occhiali sotto il cappuccio o con il foulard “alla parigina” annodato al collo, come lo portava B.B. nel film La parisienne. Vita reale per il video iniziale di Chanel, dove le modelle icone si truccano, si vestono, ballano in una disco, vanno al ristorante. Poi, dopo la sfilata, escono per le strade di Parigi guidate dalla stilista Virginie Viard. Portano montature solo al chiuso, perfino con l’accappatoio. La modella in gonna di chiffon, che apre la passerella di Louis Vuitton, è invece l’unica che indossa occhiali: a maschera da sci (nella foto, a sinistra), e li tieni appesi al collo. In linea con una collezione che mette insieme piumini a capi sartoriali in velluto, top in jersey e abiti ricamati a giubbotti e giacche con stampe di busti antichi ispirati all’archivio Fornasetti, frutto della collaborazione tra lo stilista Nicolas Ghesquière e il figlio del grande illustratore. Cornice in tono, le Gallerie Michelangelo e Daru del Louvre, affacciate sulla piramide di Pei, con i capolavori della scultura greca, etrusca, romana.
Portano quasi tutti gli occhiali sulla passerella di Balmain. È l’hangar dell’Air France, per la quale il direttore artistico Olivier Rousteing ha disegnato le uniformi. I modelli, donne e uomini, camminano tra i carrelli, sotto e sopra l’ala dell’aereo, scendono e salgono dalla scaletta. Per loro tutto un susseguirsi di capi che richiama l’abbigliamento degli addetti al lavoro, dai tailleur ai cappotti lunghi, alle tute da meccanico. Moltissimi occhiali di ogni foggia e colore da Courrèges che nella collezione rivisita il gusto geometrico dei Sixties e Seventies e la mostra in uno spazio tutto bianco. Da Schiaparelli, come al solito, gli accessori sono dei veri coup-de-théâtre, occhiali in primis (nella foto, a destra). Nessuna location particolare, ma l’animazione di un backstage.