In questa Fashion Week milanese per l’uomo del prossimo autunno inverno si riconfermano le tendenze viste nelle due precedenti stagioni. Ispirate a nuovi stili di vita dettati, più che imposti, dalla pandemia, con uno sguardo e un’attenzione maggiore al futuro. Che in termine di moda significa ricerca nei materiali, non solo sostenibili ma anche performanti e di più facile manutenzione. Per capi di una vestibilità migliore, con tagli sartoriali e dettagli funzionali e personalizzanti. E soprattutto pronti a durare nel tempo, senza perdere appeal. Voglia di colore sì, ma anche reinterpretazioni di stampati e di forme classiche. Certo non sono mancate le collezioni gender-fluid, che hanno visto in passerella gonne lunghe a pieghe, gonne-pantaloni e bluse di pizzo da portare con il cappotto o la mantella in lana spigata. Quanto agli accessori, una predilezione per gli stivali di varie altezze e di stringate con alta suola sagomata.
Molti gli occhiali da sole, sia nelle sfilate fisiche, sia in quelle digital o nei video. Da Fendi perfino portati con l’impermeabile. Ma anche svariati occhiali da vista: con lenti molto spesse quelli dell’americano Justin Gall al debutto milanese con il brand omonimo caratterizzato da dettagli iperfunzionali. In genere per il sole i modelli sono grandi, in colori forti, rossi da DSquared2, e molti bianchi. Diffusissime le maschere tipo sci magari indossate con giubbotto di pelle come da Dolce & Gabbana. A coprire interamente il viso, già nascosto in passamontagna, gli occhiali nel video di A Personal Note (nella foto), il brand disegnato dall’italiano Andrea Pompilio. E c’è anche chi, come il designer turco Serdar Uzuntas, a Milano con la collezione Serdar ispirata alla scherma e presentata in digitale, lancia una linea di occhiali. In acetato, interamente realizzata a mano in Italia, è distribuita in esclusiva da Loox, negozio di via Borgogna a Milano. Un solo modello in otto versioni, con lenti da sole e da vista, in vari colori, compreso lo stampato mimetico. Occhiali datati e molto particolari, perché inseriti nei cappucci dei giacconi e dei parka, quelli visti nella mostra dell’archivio di C.P. Company per i 50 anni del marchio.