Mido-Anfao: la sostenibilità aiuta il pianeta, ma anche il business

È uno dei punti emersi nell’incontro in streaming del mese scorso, al termine dell’assemblea dell’associazione delle aziende italiane di eyewear e oftalmica, con Livia Firth, cofondatrice di Eco-Age, agenzia specializzata in questo ambito, e Giovanni Vitaloni, moderato dalla giornalista Valentina Petrini

«Chi investirebbe su qualcosa che non ha futuro? - ha commentato Livia Firth (nella foto) alla domanda su come mettere insieme l’esigenza di rispettare l’ambiente con i profitti. «La sostenibilità, infatti, non è una scelta tra fare il giusto o fare il business. Un’azienda inglese ha risparmiato un milione di sterline migliorando gli investimenti in questo senso. I giovani sono molto attenti a tali tematiche e saranno i clienti di domani, quindi è su di loro che si deve investire». «Il sostenibile oggi è una necessità assoluta che deve rientrare nei costi, non essere un costo - ha ribadito Giovanni Vitaloni, presidente di Anfao e Mido - Agli obiettivi di lucro bisogna aggiungere quelli dell’impatto sociale e dell’ambiente. Non si deve parlare di consumatori, ma di clienti». Molto importanti in questo senso la comunicazione e la trasparenza. Vitaloni a proposito ha ricordato il nuovo premio istituito al Mido da assegnare allo stand più sostenibile.

Il tema della sostenibilità, e in particolare dello smaltimento, potrebbe sembrare relativamente importante per gli occhiali, trattandosi di oggetti piccoli, costruiti con pochi materiali. Anche se, ha osservato Firth, si stanno studiando sistemi per il riciclo dell’acetato e si sta lavorando molto sul packaging. Ma c’è un’altra considerazione da fare. Come ha spiegato Vitaloni, gli occhiali richiedono lavorazioni lunghe e accurate, e quindi l’utilizzo di “materiale” umano, che deve operare nelle migliori condizioni ambientali e sociali.

Luisa Espanet

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