Lindbergh: addio al maestro che rese “veri” anche gli occhiali

È mancato il 3 settembre, all’età di 74 anni, uno dei più grandi fotografi di moda del Novecento, i cui scatti in bianco e nero lasciavano emergere la reale bellezza dei soggetti, senza ritocchi e finzioni: nella sua carriera aveva firmato anche diverse campagne per importanti brand dell’eyewear

È stato il primo a ritrarre nel Calendario Pirelli del 2002 delle attrici invece che delle modelle. Rientrava in quella sua concezione della fotografia per cui preferiva il bianco e nero al colore e anche per questo era stato notato da Franca Sozzani, storica direttrice di Vogue Italia, sempre pronta a cogliere aspetti inediti della fotografia. Il ritratto di una modella a colori a Peter Lindbergh (nella foto) dava subito l’impressione di essere una pubblicità di cosmetici. E lui voleva raccontare le donne come erano davvero, era contrarissimo al ritocco. Faceva parte di quella sua idea di “liberare le donne e chiunque dal terrore della gioventù e della perfezione”. Non a caso era stato scelto per una delle più riuscite campagne di eyewear Giorgio Armani per la primavera estate 1993, in cui il modello compariva con occhiali metallici, un po’ spettinato, con la barba di tre giorni, in camicia, ma senza cravatta, e nonostante questo con un’eleganza vera, non costruita. Lo stesso gusto per l’immediatezza, per la foto reportage più che per la foto di moda, lo si riscontra in un’altra sua campagna per gli occhiali. Quella del 2017 per i 30 anni di Oliver Peoples chiamata Desert Stories. Scattata nel Parco Nazionale del Joshua Tree in California racconta, come un film, la storia di quattro amici, fra cui la bellissima Amber Valletta, in giro alla ricerca di luoghi meno battuti. Aveva immortalato anche Patrick Dempsey per Titan Minimal Art di Silhouette e Jude Law per Vogue Eyewear for Men.
Luisa Espanet

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