Il nome del grande stilista giapponese, scomparso a 81 anni domenica scorsa a Parigi per il Covid, era legato anche all’omonima collezione di eyewear, prima in licenza a L’Amy e oggi a Thélios, nonché alla collaborazione con Masunaga
È stato il primo degli stilisti giapponesi a imporsi nella moda. Ma non è il suo unico primato e nemmeno ciò che ha reso Kenzo Takada (nella foto) una delle figure più importanti nella storia del prêt-à-porter. Pioniere nell’uso del colore e delle linee audaci, è riuscito a sfumare gli eccessi e a rendere tutto attuale grazie alla capacità di fondere la tradizione nipponica con la cultura occidentale. Insuperabili e imitatissime le sue stampe a fiori, o quelle animalier, o le alte cinture a fascia, tipo obi. Non è un caso che il primo a farlo conoscere in Italia sia stato Elio Fiorucci, uno dei più grandi talent scout e “cacciatore di tendenze”. Nel 1993 Kenzo aveva ceduto la maison al gruppo Lvmh, non disegnava più la collezione con il suo nome, ma si era dedicato a coltivare le sue passioni. Come i profumi o gli occhiali. Importante la sua collaborazione nel 2018 con Masunaga, antica fabbrica di occhiali del Giappone, nata nel 1905 a Fukui, famosa per lavorare il titanio e l’acetato con l’argilla per rendere le superfici vellutate. Per loro aveva disegnato una collezione, per la maggior parte da sole, con incisioni a mano e dettagli ispirati alla gioielleria degli anni 30, reinterpretata nel suo stile sempre all’avanguardia.