E se Gandhi avesse avuto lenti azzurre?

Valerio Adami è protagonista dell’esposizione di Palazzo Reale a Milano: racchiude gli oltre sessant’anni di ricerca e produzione dell’artista, in cui spiccano alcuni personaggi che nella vita reale indossavano montature, ritratti con il suo particolare tocco pop

S’intitola “Valerio Adami. Pittore di idee” la mostra dedicata a uno dei maggiori artisti italiani del dopoguerra, aperta fino al 22 settembre. Un titolo perfetto per sintetizzare la varietà delle sue opere legate e ispirate a letteratura, filosofia, storia, musica, con continui riferimenti a correnti pittoriche, senza far parte di nessuna di queste. E mantenendo una precisa e inconfondibile identità, dove il colore è protagonista, ma la vera chiave di lettura e punto di partenza è il disegno.

L’antologica, curata da Marco Meneguzzo con il coordinamento di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell’Archivio Valerio Adami e nipote del pittore, propone più di settanta dipinti e una quarantina di disegni creati tra il 1957 e il 2023. Svariati i ritratti, soprattutto tra i disegni, realizzati negli ultimi anni, di personaggi famosi alcuni dei quali Adami ha conosciuto e frequentato, negli anni 50 e 60, quando viveva a Parigi. Nella casa a Montmartre dove ancora abita, in alternanza a Meina sul Lago Maggiore. Come si racconta nell’interessante documentario Valerio Adami, il pittore di poesie per la regia di Matteo Mavero.

Tra i ritratti, ce ne sono diversi con gli occhiali, di alcuni soggetti che li portavano veramente e di altri immaginati dall’artista. Da Herman Hesse a Igor Stravinskij, a Sigmund Freud, a un Gandhi coloratissimo, con occhiali turchesi che spiccano sul volto giallo acceso (nella foto).

Luisa Espanet

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