Dante, a Roma si celebra anche con gli occhiali da sole

Per i festeggiamenti dei 700 anni dalla morte del sommo poeta, avvenuta nel 1321 a Ravenna, sono numerose le iniziative culturali in programma in tutta Italia: fra queste una mostra nella Capitale, in cui confluiscono percorsi differenti di ricerca, per la quale si suggerisce la visita con una montatura dotata di filtri che proteggano dalle luci abbaglianti

Continuano gli eventi per celebrare Dante e la Divina Commedia. Uno di questi, un’esposizione-spettacolo, si inaugura a Roma il 15 aprile alla Rhinoceros Gallery, progettata da Jean Nouvel per Alda Fendi con l’omonima Fondazione. Ed è particolare per vari motivi, non ultimi lo spazio dove si tiene, il seicentesco palazzo restaurato e ristrutturato dallo stesso Nouvel che si affaccia sull’arco di Giano e il fatto che si consiglia di visitare una parte della mostra con occhiali da sole.
Rivisitazione della Divina Commedia, questa intreccia il progetto fotografico Ever After dell’artista tedesca Claudia Rogge con l’installazione multimediale Dante. In a private dream di Raffele Curi, direttore artistico della Fondazione Alda Fendi. Il primo, con un approccio teatrale, presenta gigantesche foto di nudi ritratti singolarmente e poi, con un’elaborazione digitale, messi insieme a formare una massa rappresentativa di volta in volta di Paradiso (nella foto), Inferno, Purgatorio. Curi, invece, rilegge la Selva dei Suicidi del Canto XIII dell’Inferno, paragonando il bosco impervio descritto da Dante con le foreste pietrificate dai disastri nucleari del ventesimo secolo, in un percorso claustrofobico tra i monitor sintonizzati sulle quattro città radioattive di Chernobyl, Hiroshima, Xellafield e Harrisburg. Il tutto con una luce fioca e spettrale e musica elettronica a volume assordante. Un angosciante invito a riflettere sulle tematiche ambientali cui segue il Paradiso, al piano superiore del palazzo, un’installazione con le miniature quattrocentesche del maestro senese Giovanni di Paolo di Grazia. Da vedere un visitatore alla volta, preferibilmente protetti da occhiali da sole. Questo spazio celestiale, cui fa da colonna sonora il famoso verso ripetuto “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, ha infatti luci intense e fortemente abbaglianti.
La mostra, salvo nuove disposizioni anti Covid, apre al pubblico su prenotazione il 16 aprile e chiude il 15 luglio.

Luisa Espanet

Eventi