È scomparso ieri a Parigi, a poche ore dall’inizio della Milano Fashion Week: Kaiser Karl, come veniva soprannominato, aveva 85 anni
«Non esco mai senza i miei occhiali neri, mi piace guardare, ma non essere guardato». È uno dei tanti noti aforismi di Karl Lagerfeld (nella foto). I suoi spessi occhiali neri erano imprescindibili dalla sua figura, come quel colletto alto, il codino di capelli bianchi, il cravattino e tutta una serie di dettagli da dandy. La sua morte è arrivata inaspettata. Nessuno aveva fatto caso che nell’ultima sfilata di Chanel non fosse uscito in passerella. Forse incominciava a sentire il peso dei suoi ottantacinque anni. Con lui se ne va non solo un grande stilista, ma un fondamentale pezzo di storia della moda, nel senso più ampio del termine.
Nato in una ricca famiglia di Amburgo, fin da piccolissimo aveva dimostrato una particolare passione e predisposizione al disegno, che aveva fatto diventare il suo lavoro quando a vent’anni si era trasferito a Parigi con la mamma. Coltissimo e con un’enorme conoscenza dell’arte (dell’architettura, del design, aveva disegnato l’interno di prestigiosi alberghi tra cui due suite dell’Hotel Crillon di Parigi) sapeva per le sue collezioni (Fendi, quella a suo nome, oltre a Chanel) prendere quel giusto dai grandi classici e adattarlo ai tempi sempre restando su livelli altissimi. Sicuro di sé, determinato, con una forte tendenza al protagonismo, non attirava certo le simpatie, anzi intimidiva. E tutto questo anche se aveva sviluppato un suo senso dell’umorismo e soprattutto un’inaspettata capacità di autoironia. Prova ne è uno dei suoi meno conosciuti aforismi: «da piccolo mi piaceva fare le caricature, ora sono io una caricatura».
Luisa Espanet