Fase 3: un consumatore “resettato” e più digitale

A un mese e mezzo dalla ripartenza, l’Anteprima del Progressive Business Forum 2020 ha stilato un bilancio sui cambiamenti che stanno caratterizzando il nostro settore: dalle tavole rotonde dell’industria e del retail è emerso l’identikit di un cliente finale più consapevole, disposto a spendere meno ma meglio, proiettato al web e rassicurato dai dispositivi di ultima generazione

“Resettato” dalla pandemia, con abitudini di acquisto profondamente modificate, da indagare con curiosità: è il ritratto del consumatore attuale disegnato dai principali attori della filiera ottica in occasione dell’evento di lancio del Progressive Business Forum 2020, che si terrà online il 21 e il 22 settembre. È necessario però cogliere ogni singolo elemento di questa rivoluzione ed «efficientare il sistema, migliorarlo per farlo durare nel tempo», ha detto Paolo Pettazzoni, presidente e amministratore delegato di Optovista. Determinante per Massimo Barberis, direttore generale di Optocoop Italia-Oxo, la collaborazione con la filiera, ossia il legame tra industria, distribuzione e area medica, per renderla più vicina ai consumatori.

Ma il fattore che ha permesso di parlare di rivoluzione è sicuramente l’effetto digitale che bisogna cavalcare per conquistare un utente ancora più proiettato nel web. «Fondamentale è l’interazione fra digitale e fisico - ha aggiunto Laurent Schmitt, amministratore delegato di Netcity - Ad esempio, per i nostri affiliati abbiamo messo a disposizione un sistema per consentire la prova online dell’occhiale». Anche Gianluigi Della Vecchia, direttore generale di Ital-Lenti, invita a «spingersi verso sistemi virtuali e di digitalizzazione». Il digitale quindi ha rassicurato l’utente, soprattutto «i dispositivi di ultima generazione che sin dalla prima valutazione visiva non richiedono un contatto fisico, ma permettono di mantenere le distanze di sicurezza», ha precisato Luca Strigiotti, direttore generale di Essilor Italia.

Le tavole rotonde dell’industria e del retail (nelle foto) hanno così dato risposta a una delle domande poste dagli organizzatori e hanno anche chiarito il volto del nuovo consumatore dal punto di vista del prodotto, sempre alla luce dei cambiamenti provocati dalla pandemia. Si è parlato infatti di smartworker, «passati da 600 mila (censiti a ottobre 2019, ndr) a 8 milioni - ha affermato Maurizio Veroli, presidente di Hoya Italia - A costoro si aggiunge la didattica a distanza: lo stile di vita è cambiato e ciò può avere un impatto positivo sul nostro settore, ad esempio la richiesta di trattamenti contro la luce blu nociva ha registrato in questo periodo tassi tre volte superiori rispetto ad altri prodotti». È poi emerso che si tratta di un ottimo momento per offrire il secondo paio di occhiali, poiché «l’utente è più consapevole delle diverse condizioni di utilizzo», ha detto Michele Villotti, direttore generale di Rodenstock Italia. Gli smartworker si rendono, infatti, conto «di aver sviluppato l’esigenza di un ausilio visivo e lo si può proporre in una chiave nuova», ha commentato Stefano Cazzola, direttore commerciale di Filab. Fondamentali comunque rimangono «sia la professionalità dell’ottico sia il valore di quei prodotti che aggiungono benessere e salute per aiutare i consumatori a vivere meglio», ha sottolineato Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group. Quindi fare bene oggi «per capitalizzare a settembre», ha concluso Strigiotti.

F.T.

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