Post Covid, cos’è cambiato e cosa cambierà nel mondo dell’occhialeria?

Ne ha parlato ieri in diretta streaming Giovanni Vitaloni, non tanto in veste di presidente di Anfao, ma come amministratore delegato di Nico-design, tra le più radicate aziende italiane di montature di ricerca, intervistato da Angelica Pagnelli (nella foto)

Un tema di grande attualità perché, oltre alle problematiche dell’ottica, deve tenere conto delle vere e proprie rivoluzioni verificatesi nel sistema moda. Come fare quindi per accelerare la ripresa? «Rimanere radicati ai propri valori, mantenere l’identità anche servendosi di strumenti nuovi», ha spiegato Vitaloni, insistendo sull’importanza dello storytelling dietro i prodotti. Non a caso Nico-design, con sede a Torino, sta portando avanti un percorso con gli allievi della Scuola Holden di Alessandro Baricco per raccontare quello che c’è dietro gli occhiali. E questo messaggio deve essere trasmesso bene ai propri clienti perché lo possano trasferire al consumatore finale. È stato ribadito come l’eyewear sia diventato un prodotto di lusso e come tale deve far prevalere il concetto di qualità su quello di quantità. Quindi l’importanza dello stile e la concentrazione dei valori. Durante il lockdown le aziende si sono spinte verso la comunicazione e la distribuzione digitale. Ma ora tornati alla normalità, Vitaloni sostiene che deve esserci un equilibrio tra fisicità e digitale. «Il racconto dell’ottico che spiega cosa c’è dietro un occhiale è insostituibile». Tutto questo stando attenti e sempre vicini ai mercati che nel settore sono al 90% di esportazione. Oltre alla parte tecnica di cui tenere conto negli occhiali bisogna considerare anche il piacere di acquistare, che è vitale, è stata la conclusione dell’imprenditore torinese.
Luisa Espanet

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