Stop alla serrata: da ieri negozi aperti e libera circolazione

L’Italia allenta il lockdown, cercando di contenere al massimo i rischi da Covid-19: punto di riferimento sarà il nuovo provvedimento governativo emanato il 17 maggio, lasciando però spazio anche alle decisioni delle autorità locali. Per i protocolli di sicurezza le regole nazionali varranno solo in assenza di quelle regionali

Da ieri sono aperti bar, ristoranti, negozi, centri estetici, parrucchieri: le attività commerciali al dettaglio devono garantire il rispetto assoluto delle norme del nuovo decreto, che allenta le misure restrittive di questi mesi. Secondo i primi dati diffusi da Confcommercio, sono oltre 824 mila le imprese nel settore dei servizi e del commercio che sono state interessate dalla chiusura e ora possono alzare le saracinesche. In particolare, si stima che riapriranno sette bar e ristoranti su dieci, 196 mila in tutto, mentre per gli esercizi commerciali resteranno ancora chiuse 72 mila imprese di abbigliamento e calzature, 14 mila punti vendita di mobili e oltre 59 mila postazioni di ambulanti di beni non alimentari.
Distanza interpersonale di almeno un metro, ingressi in modo dilazionato, nessuna sosta all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni, oltre a rispetto di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in ambiti analoghi sono tra le misure imposte dal decreto del Governo, sulla base delle indicazioni di Inail e Comitato tecnico scientifico e del confronto con le Regioni.

Il nemico numero uno della ripresa è il crollo dei consumi registrato a marzo e aprile che rischia di mettere in ginocchio, con la chiusura definitiva delle attività, più di 270 mila esercizi: sempre secondo le stime di Confcommercio verranno persi, infatti, oltre 80 miliardi di euro nel 2020. Nel solo mese di aprile la maggiore associazione dei commercianti nazionali ha calcolato in -47,6% in quantità il crollo dei consumi rispetto allo stesso periodo del 2019. A maggio Confcommercio prevede una crescita congiunturale del 10,5% del Pil, comunque non sufficiente a controbilanciare le perdite dell’ultimo bimestre, tanto che la stima per il mese in corso del calo del Pil rispetto a maggio 2019 è del 16%. Per tentare di arginare questo grave rischio il decreto Rilancio ha messo in campo sostegni economici, dalla sospensione fiscale ai contributi alla sanificazione, ad esempio.

Per quanto riguarda invece gli spostamenti sul territorio, cessano di esistere tutte le misure limitative della circolazione all’interno del territorio regionale. Rimarranno tuttavia vietati fino al 2 giugno gli spostamenti con mezzi di trasporto pubblici o privati in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative o di salute. Dal 3 giugno, invece, via libera alla circolazione su tutto il territorio italiano e anche attraverso i confini dell’area Schengen, purché i dati epidemiologici di allora lo permettano.
(red.)

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