Il Consiglio dei ministri ha approvato il 6 aprile un decreto legge che introduce, tra le altre, misure urgenti in materia di accesso al credito e rinvio di adempimenti per aziende di grandi, piccole e medie dimensioni
«Dal decreto di oggi arrivano 400 miliardi di liquidità per le imprese, con il Cura Italia ne avevamo liberati 350. Parliamo di 750 miliardi, quasi la metà del nostro Pil. Lo Stato c’è e mette subito la sua potenza di fuoco nel motore dell'economia. Quando si rialza l'Italia corre». Così commentava lunedì sera su Twitter Giuseppe Conte, dopo l’approvazione del cosiddetto Decreto Liquidità, contenente un pacchetto di norme che mira a garantire alle imprese di grandi, medie e piccole dimensioni un consistente flusso di risorse.
Della liquidità immediata per 400 miliardi di euro destinata alle imprese, 200 miliardi sono per il mercato interno e altri 200 per potenziare l’export. Conte ha chiarito che lo Stato offrirà una garanzia affinché i prestiti vengano erogati in maniera rapida, che verrà potenziato il Fondo Centrale di Garanzia per le Pmi e che sarà aggiunto il finanziamento dello Stato attraverso Sace, braccio operativo della Cassa Depositi e Prestiti, società specializzata nel settore assicurativo e finanziario, per le piccole, medie e grandi aziende. Sace potrà dunque fornire garanzie su prestiti alle imprese di grandi e medie dimensioni, ma anche alle Pmi, alle quali sono destinati 30 dei 200 miliardi cui ammonta l’importo massimo e per cui l’accesso alla garanzia rilasciata sarà gratuito ma subordinato alla condizione che abbiano esaurito la loro capacità di utilizzo del credito rilasciato dal Fondo Centrale di Garanzia. Per tutte le imprese la garanzia può essere rilasciata sino al 31 dicembre di quest’anno e per finanziamenti non oltre sei anni. La soglia del prestito è pari al 25% del fatturato 2019. La garanzia copre il 90% per imprese con più di 5 mila dipendenti e 1,5 miliardi di fatturato; l’80% per imprese con più di 5 mila dipendenti e fatturato tra 1,5 e 5 miliardi, il 70% per imprese con fatturato oltre i 5 miliardi.
La garanzia totale a copertura di nuovi finanziamenti sarà possibile per le sole Pmi, con ricavi fino a 3,2 milioni di euro e per prestiti di importo non superiore al 25% del fatturato (circa 800 mila euro). Non servirà l'istruttoria del Fondo sul merito di credito ma il 100% si otterrà solo in forma mista (90% Stato e 10% Confidi). Garanzia totale anche per prestiti concessi a Pmi con fatturato fino a 800 mila euro e fino al 15% del fatturato. In questo caso serve la valutazione del Fondo.
Il Decreto ha poi previsto l’erogazione di un finanziamento fino a 25 mila euro con garanzia dello Stato al 100%, sia alle Pmi sia alle persone fisiche esercenti attività di impresa, arti e professioni, comunque non oltre il 25% del fatturato dell’ultimo bilancio depositato (con restituzione fino a 6 anni e inizio del rimborso non prima di 18-24 mesi).
Sul fronte delle misure fiscali e contabili, il decreto è intervenuto con norme urgenti per il rinvio di adempimenti fiscali e tributari da parte di lavoratori e imprese. In particolare, si prevede la sospensione dei versamenti di iva, ritenute e contributi per i mesi di aprile e maggio, in aggiunta a quelle già previste con il Cura Italia. Nel dettaglio: iva, ritenute e contributi sono sospesi per soggetti con calo di fatturato di almeno il 33% per ricavi o compensi sotto i 50 milioni e di almeno il 50% sopra tale soglia; sono sospesi in ogni caso i detti versamenti per i soggetti che hanno iniziato a operare dal 1° aprile 2019; per i residenti delle province più colpite, ossia Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Piacenza, sospensione del versamento iva se il calo del fatturato è di almeno il 33% a prescindere dalla soglia di fatturato dei 50 milioni; ripresa dei versamenti a giugno, con la possibilità di rateizzazione in cinque rate. La sospensione delle ritenute d’acconto sui redditi da lavoro autonomo prevista dal decreto Cura Italia viene estesa anche alle scadenze di aprile e maggio.
È esteso al 16 aprile il termine per i versamenti in scadenza il 20 marzo scorso e la scadenza per l’invio della Certificazione Unica è stata prorogata dal 31 marzo al 30 aprile. Inoltre, il credito d’imposta al 50% per le spese di sanificazione degli ambienti di lavoro viene allargato anche all’acquisto dei dispositivi di protezione individuale, mascherine e occhiali protettivi. Infine, viene consentito all’Inps di rilasciare un pin semplificato, tramite identificazione telematica del richiedente e posticipando al termine dell’emergenza la verifica con riconoscimento diretto.
(red.)