Giulietti, il ricordo di un uomo e di una grande amicizia

L’ottico, scomparso mercoledì scorso nella sua Bologna ad appena 53 anni in seguito al coronavirus, ha legato gran parte della propria vita e della propria attività professionale a quelle di Fabio Guerra

«È stato un amico di vita». In queste poche parole dello stesso Guerra sono racchiusi quasi quarant’anni di sodalizio con Gian Luca Giulietti (nella foto), «dalle prime esperienze sentimentali, di vacanze insieme, di divertimento sulla moto che per lui è poi diventata una vera passione, dopo che ci eravamo conosciuti nei primissimi anni 80 all’Istituto Augusto di Bologna, oggi Istituto Benigno Zaccagnini», racconta Guerra. Poi per Gian Luca è iniziata l’attività professionale, prima presso il centro di lenti a contatto degli ottici bolognesi Garagnani e Pasquini, quindi in proprio con alcuni soci a Crevalcore, nella provincia felsinea, infine, nel 2004, con l’insegna Giulietti e Guerra, avviata nella centralissima via delle Clavature e sviluppatasi successivamente con altri sette negozi di ottica a Bologna e sulla Riviera romagnola, affiancati dal lancio di Bob Sdrunk, una delle prime collezioni di occhiali ideate in Italia da imprenditori ottici. «Non abbiamo mai fatto nulla in maniera separata e, pur avendone aperti diversi negli ultimi anni, abbiamo deciso di lavorare sempre insieme nello stesso negozio, perché Gian Luca e io non siamo mai stati gelosi l’uno dell’altro - sottolinea Guerra - Il progetto più recente al quale stavamo lavorando, in collaborazione con Agostino Bergomi, è eye-oo.com, in cui Gian Luca credeva fermamente: unire più ottici possibili, attraverso singole vetrine online e un unico grande magazzino, per tutelare e salvaguardare la loro indipendenza».

Andrea Garagnani ricorda a b2eyes TODAY, come ha già fatto nei giorni scorsi sui principali quotidiani bolognesi, Giulietti come una persona generosa e un grande professionista dell’ottica. «Per lui non era solo una professione, ma una vocazione: metteva il suo saper fare a disposizione di tutti, anche degli ultimi, dei dimenticati, come dimostra l’impegno insieme a me in Amoa, l’Associazione medici oculisti per l’Africa - spiega Garagnani - Grazie a questa missione comune abbiamo progettato numerosi viaggi, insieme o individualmente, per portare in quel continente le esperienze di oftalmologi e ottici: l’ultimo sarebbe stato il 14 marzo, se la malattia non ci avesse portato via Gian Luca».

Gian Luca lascia due figli: Gaia, che studia medicina all’Humanitas di Milano, e Gian Filippo, che invece sta ultimando la scuola superiore. «Vuole fare il corso di ottico e prendere il posto del padre nella nostra attività - dice Guerra - Avevamo già programmato che io avrei seguito Gian Filippo e lui mia figlia Sofia, per farli crescere professionalmente all’interno della nostra insegna. Perché non potrà mai esserci Giulietti e Guerra senza un Giulietti e un Guerra insieme».
A.M.

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