In un contesto provinciale tra i più colpiti, anche i professionisti del settore e in modo particolare la territoriale, che rappresenta una cinquantina di punti vendita, ha deciso di intraprendere alcune azioni condivise, con l’obiettivo di soddisfare le urgenze minimizzando le uscite e invitando la clientela a non recarsi inutilmente presso i loro negozi per limitare le possibilità di contagio
«Non salviamo la vita a nessuno ma cerchiamo di rendergliela più facile». Commenta così lo spirito dell’iniziativa, con una sana dose di realismo e buon senso, il presidente di Federottica Bergamo, Marco Benedetti (nella foto). Per rispetto di tutti gli operatori che svolgono il proprio lavoro ininterrottamente presso le strutture sanitarie pubbliche e private, i cinquanta punti vendita affiliati alla territoriale orobica hanno, infatti, deciso per la serrata nonostante la possibilità di restare aperti: si sono, tuttavia, organizzati mettendo a disposizione un numero telefonico di contatto rapido che può essere chiamato per soddisfare le piccole o grandi problematiche legate all'uso dell'occhiale o delle lenti a contatto.
«Ci siamo coordinati mettendo in atto come gruppo una decisione e una serie di azioni che individualmente molti di noi avevano iniziato a mettere in campo già prima dell’ultimo decreto - spiega a b2eyes TODAY Benedetti - Tutti ci siamo organizzati creando un numero di telefono per i contatti urgenti e delle piccole finestre di apertura nell’orario di lavoro in cui consegnare ciò che ci viene richiesto. Alcuni dei nostri centri ottici si trovano vicino agli ospedali di Zingonia, di Ponte San Pietro o di Bergamo, molte delle persone che si sono rivolte a noi lavorano in campo sanitario. Pensiamo solo al fatto che l’uso della mascherina appanna gli occhiali: repentinamente c’è stato un aumento nella richiesta di lenti a contatto disposable per ovviare a questo problema. Oppure è capitato che qualcuno avesse bisogno di una riparazione piccola ma importantissima. D’altronde c’è chi non ha il secondo occhiale, anche una banale vitina o una placchetta che saltano possono impedire di svolgere la propria attività: questo vale per il cittadino che deve recarsi al lavoro o deve applicare lo smart working, ma anche per il personale sanitario, dall’infermiere al medico sino a chi guida le ambulanze».
Attraverso le proprie vetrine, i social o i siti web i professionisti della provincia hanno reso noto il numero da contattare per le urgenze, annunciando anche la sospensione delle attività in studio salvo particolari casi, comunicando una finestra di disponibilità in negozio a porte chiuse dalle 9 alle 13 sino a data da destinarsi solo per le urgenze di chi li contatta, invitando i portatori di lac a inviare l’ordine nonché rendendo disponibile il file di autocertificazione da compilare per recarsi nel centro ottico per i ritiri. «Questa è la procedura standardizzata che abbiamo usato, ciascuno l'ha modulata secondo il canale che usa maggiormente», commenta il presidente di Federottica Bergamo.
Per il momento gli ottici della territoriale fanno fronte alle richieste con ciò che hanno a magazzino. «Certo, se qualcuno necessitasse di una soluzione di ricetta, è difficile capire come affrontare la cosa - aggiunge Benedetti - Tra noi siamo comunque molto collegati per cui, se un articolo ci manca, ce lo facciamo mandare da un collega o gli inviamo direttamente la persona, sempre cercando di limitare gli spostamenti. Se qualcuno è impossibilitato a muoversi, ci organizziamo per la consegna o la spedizione. Naturalmente disponiamo di tutti i Dpi che l’ordinanza prescrive e, per questioni di precauzione, incentiviamo anche il più possibile l’utilizzo del pos per il pagamento in modo da evitare il passaggio di mano del contante che può essere veicolo di infezione», conclude Benedetti.
N.T.