È quanto emerso dalla tavola rotonda che si è svolta lunedì mattina nel nuovo Auditorium Savoia Regency di Bologna e che ha concluso la ventiduesima edizione del Congresso Zaccagnini
«Quello che qualcuno dei relatori ha chiamato “etichetta” si può tradurre in posizionamento sul mercato. Poi c’è la necessità di mediazione: ma quali sono i metodi giusti per metterla in pratica? Un primo passo sarebbe già assumere credibilità verso i consumatori. Infine c’è l’esperienza, cosa diversa dall’imparare: l’ottico deve diventare più persuasivo, capace di creare un rapporto di fiducia con il suo cliente». Così Danilo Fatelli, che ha introdotto la tavola rotonda con un’articolata serie di dati economici e statistici sulle diversità tra le ultime sei generazioni di persone, ne ha sintetizzato le conclusioni, alla luce dei preziosi interventi di un parterre autorevole e che si è prestato al confronto su temi anche delicati per la filiera ottica, come l’e-commerce o la discrepanza di esigenze e comportamenti tra consumatori giovani e meno giovani: ne è conseguito che, per confrontarsi con questi ultimi, posizionamento, mediazione ed esperienza sarebbero appunto le parole chiave.
Davanti a una platea di qualche centinaio di uditori, con una maggiore affluenza il lunedì, forse anche a causa della concomitante festività delle Palme domenica, e alla presenza di circa venticinque aziende, tra cui la nostra testata, unica tra quelle di settore, nella rinnovata e più funzionale area espositiva, durante le due giornate del Congresso Zaccagnini 2019 si sono alternati relatori di chiara fama e rappresentativi di tutte le professioni della filiera della vista e della visione (nella foto, da sinistra, i relatori della tavola rotonda: Andrea Afragoli, Fabrizio Brogi, Stefano Romandini, Giorgio Righetti, Andrea Cappellini, Paolo Pettazzoni e Danilo Fatelli).
A.M.