Il 26 luglio a Roseto Degli Abruzzi, presso la sua sede, si è tenuta la presentazione ufficiale del piano strategico che la nuova realtà intende perseguire sul mercato a favore dei punti vendita aderenti alle due società che l’hanno creata, Argo Vision e Free Optik
Argo Vision, gruppo con una novantina di centri ottici aderenti nel centro Italia, e Free Optik, cooperativa da oltre duecento punti vendita tra centro e sud, hanno ufficializzato il lancio di Visioni Italiane, accompagnato dal programma delineato dalla nuova società: lo ha presentato a un primo gruppo di imprenditori aderenti Emanuele Ciamarone, laureato in management e marketing presso l’università Alma Mater di Bologna.
«La strategia, che è stato possibile mettere in atto grazie all’esperienza ventennale dei gruppi aderenti e alle conoscenze più attuali del giovane manager, è volta a migliorare la redditività dei centri ottici aderenti e si incentra su un nuovo modello di business», si legge in una nota di Visioni Italiane.
«La mia visione è quella di un mercato dell’esperienza, nel quale si tornerà a cercare il servizio di una persona di fiducia nella propria cerchia abitativa, mentre la frenesia e le tendenze del futuro avanzeranno sempre più la necessità di una piena integrazione di online, offline e marketing sensoriale - spiega nel comunicato Ciamarone - La moda, e nello specifico l’eyewear, andranno a ricoprire un ruolo sempre maggiore nella vita social(e) delle persone e pertanto questa occasione va colta all’istante. Il mio ruolo di consulente ha l’obiettivo di individuare degli hub di aggregazione tra i punti vendita in ogni campo e con qualsiasi mezzo».
Carlo Antonio Bucciarelli, amministratore di Visioni Italiane insieme a Stefano Mele (nella foto, rispettivamente seduto e in piedi, durante l’evento di fine luglio a Roseto degli Abruzzi) precisa nella nota che lo scopo del nuovo piano business è «essere presenti nel mercato al fianco degli associati, offrendo loro semplici e coerenti principi guida per affrontare i nuovi scenari del B2C che cambiano così repentinamente: siamo consci di aver scelto una strada impervia, ma riteniamo che i centri ottici debbano tornare a essere i protagonisti di un mercato che si sta sempre più spersonalizzando e banalizzando».
(red.)