Se qualcuno pensava che la moda maschile fosse un po’ in calo, con le passerelle francesi ha dovuto ricredersi. Dal 21 al 25 giugno hanno infatti sfilato tutti i big, con l’unica eccezione di Givenchy che ha preferito optare per una presentazione più avanti
Tra gli show più attesi e commentati, che non ha deluso le alte aspettative, quello di Louis Vuitton, con la prima collezione disegnata da Virgil Abloh. Classe 1980, nato in Illinois, di famiglia ghanese, laureato in Architettura e Ingegneria, ha lavorato con Fendi e collabora con il musicista hip-hop Kanye West. Tremila gli invitati intorno a una passerella di 215 metri nel cortile di Palais Royal. Con musica dal vivo. A sfilare ragazzi di tutto il mondo e tutte le etnie su una passatoia arcobaleno, nel senso che variava di colore, azzurro, bianco, giallo, verde, rosso. E variava anche il colore delle T-shirt di alcuni vip in prima fila. Molti gli occhiali metallici o vistosi, cerchiati di bianco. Non di quelle dimensioni, ma interessante la sfilata di Dries Van Noten, ispirata al designer danese Vernon Panton. Per i modelli, occhiali da sole piccoli. Specchiati e metallici per il gentleman di Dior Homme, che agli abiti bianchi o azzurro pastello abbina sneaker bianche. Coloratissimi e oversize che occhieggiano alle fiabe, invece, i capi di Thom Browne. Piccoli, da intellettuale gli occhiali da sole. Tondi, neri e tartarugati quelli da Cerruti 1881 (nella foto) che mescola la sartorialità dei pezzi d’archivio ai tagli giapponesi e manda in passerella anche la donna. Capi oversize e artigianato al potere da Valentino, al Musée des Arts Decoratifs. Se in molte sfilate come questa, gli occhiali sono stati pochi o inesistenti, eyewear per tutte le uscite tranne una da SSS World Corp, brand creato e disegnato da Justin O’Shea al debutto a Parigi con la donna. Tutti da sole, scurissimi e rettangolari.
(Luisa Espanet)