Irsoo: al via in ottobre il secondo corso di optometria a Milano

Fossetti ha, inoltre, ricordato che il reclutamento del personale docente sarà costituito prevalentemente da professionisti che insegnano o hanno insegnato nei corsi universitari di Firenze, Torino, Padova e Milano. «Il percorso formativo seguirà quello partito lo scorso anno, che ha già registrato livelli elevati di soddisfazione tra i partecipanti, in particolare per le lezioni di pratica clinica optometrica tenute a Vinci negli incontri previsti», ha detto il direttore dell’Irsoo, intervenuto anche sull’evoluzione normativa dell’attività di optometrista. «Sebbene in Italia la figura professionale dell’optometrista non sia legalmente riconosciuta, è invece pienamente riconosciuta come esistente l’attività optometrica: l’hanno stabilito le numerose sentenze della Corte Suprema di Cassazione che sostengono essere quella optometrica un’attività lecita e legittima in Italia, benché non regolamentata, e affermano che tale attività non può essere confusa né con quella dell’ottico né con quella dell’oculista», ha ricordato Fossetti, aggiungendo: chi può esercitare al meglio l’attività di optometrista, se non un optometrista?  «Infatti la Corte segnala la mancanza di una tale figura professionale e stimola il legislatore nel provvedere a colmarla – ha sottolineato il direttore della scuola di Vinci - Nelle more, chi può svolgere quell’attività? La Cassazione non lo dice, ma si può azzardare una semplice interpretazione sulla base del risultato di tutte le sentenze, sempre a favore dell’optometrista di turno: il fatto di aver seguito corsi di optometria di una certa durata, con percorsi formativi certificati e con l’acquisizione di titoli, sia pure non riconosciuti legalmente, sembra possa essere un elemento importante per un esito positivo».
«Del resto, al di là delle ostentate dichiarazioni sulle “magnifiche sorti e progressive”, lo stesso corso di laurea in Ottica e Optometria, non potendo pretendere di dare un’abilitazione, si è posto fin dall’inizio nello stesso indirizzo: dare un titolo che possa consentire di esercitare la professione optometrica. Quella di ottico è, infatti, già regolamentata e, allo stato dell’arte, non possono esserci, anzi, è meglio che non vi siano, sovrapposizioni», ha concluso Fossetti.
A.M.
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