«Nell'approccio One Health il benessere fisico e quello mentale sono sempre più ambìti dagli italiani, dopo oltre due anni di Covid: dalla nostra ricerca emerge, infatti, che il 62% è disposto a spendere di più per questi due aspetti, a seguito della crisi pandemica, e che si sale al 65% per quanto riguarda la spesa dedicata alla cura della propria vista - ha spiegato Stefano Pironi, senior research director healthcare di Ipsos - Oggi per il 92% dei nostri connazionali la salute è il fattore che incide maggiormente sulla felicità, mentre contano meno, rispetto alla propria serenità, il benessere economico (84%) o la relazione con il partner (81%), ad esempio».
Dai risultati dello studio, una cui selezione era stata illustrata in esclusiva all’ultimo Progressive Business Forum dallo stesso Pironi e da Andrea Cappellini, amministratore delegato della Sio di Firenze, emerge che, in merito alla propria vista, il 78% degli intervistati oggi presta maggiore attenzione rispetto al passato, ma anche che sono stati notati dei peggioramenti, soprattutto tra i 18-34enni e tra i 45-54enni. Ne conseguono un aumento o almeno una stabilità delle visite specialistiche di controllo, una più marcata sensibilità alla qualità dei prodotti visivi e una migliore percezione dei negozi di ottica, soprattutto per quanto riguarda la loro consulenza professionale. «Su questo aspetto sono convinto che abbia influito anche la possibilità per i centri ottici di restare aperti durante i vari lockdown: molti lo hanno fatto, pur a fronte di perdite economiche ma con un grande senso di responsabilità, per creare un presidio territoriale e un rapporto non soltanto commerciale con la popolazione», ha ricordato Marco Procacciante, amministratore delegato di Vision Group, che tuttavia ha sottolineato alcuni elementi su cui bisogna ancora lavorare. «Analizzando i dati di sell out, abbiamo registrato come in Francia si spenda mediamente 100 euro pro capite per le soluzioni destinate alla vista, mentre in Italia soltanto 50: la media di Francia, Spagna, Germania e Italia è invece intorno ai 75 euro - ha detto il manager - Non possiamo aspettarci aiuti dall’alto, visto anche come è andata a finire con il Bonus Vista, i cui decreti attuativi non sono mai stati pubblicati: dobbiamo dare noi come comparto più risposte alle aspettative degli italiani, maggiormente attenti al benessere visivo in seguito al Covid, allo smart working e alla didattica a distanza».
Un altro aspetto chiave per soddisfare le rinnovate esigenze visive della popolazione del nostro paese è il dialogo con gli oculisti. «In Italia la cultura della visita specialistica non è ancora sufficientemente elevata: bisogna perciò agire in modo condiviso tra area medica e area tecnica - ha sottolineato Procacciante - Da sempre come Vision Group perseguiamo la collaborazione tra le due categorie, nella chiarezza dei rispettivi ruoli: con gli oftalmologi stiamo già realizzando protocolli congiunti che potenzieremo ulteriormente con il rebranding e lo sviluppo del nostro network, che nei prossimi sei mesi coinvolgerà circa 120 centri ottici, attualmente a insegna VistaSì e GrandVision, portando l’insegna VisionOttica a oltre 420 punti vendita nel paese» (nelle foto, alcune slide della ricerca Ipsos-Sio presentata mercoledì scorso ai media).
A.M.