Titolare di due negozi nella Capitale a insegna Design Optical, avviati a pochi anni di distanza l’uno dall’altro, il professionista romano ha “sposato” l’occhiale di ricerca per passione. Quest’anno parteciperà personalmente, insieme ai suoi collaboratori, alla manifestazione in programma a Firenze, attratto anche dalla nuova location della Leopolda
«Vengo da un percorso di ottico tradizionale. Ho aperto il mio punto vendita storico, che si chiamava Ottica Di Pietro, nel 1993, ma nel 2009 ho avuto una crisi profonda: il design delle montature dei brand commerciali che trattavo ormai non rispecchiava più quello che pian piano stavo diventando – racconta a b2eyes.com Massimo Di Pietro - Ho fatto le prime fiere, diverse da quelle tradizionali, anche all’estero, e ho iniziato a percepire il settore in maniera diversa. Da lì a qualche mese ho cominciato a introdurre alcune aziende differenti, ma ero un ibrido tra il commerciale e la ricerca e questo non dava buoni risultati, per cui nel 2010 ho cambiato tutto. Metà e metà non funziona, bisogna darsi un’identità».
Oggi Di Pietro nei suoi centri ottici di via Cola di Rienzo (nella foto, l’interno) e di piazza Merolli tratta solo marchi di ricerca e la clientela, che era fidelizzata da tanti anni, ha recepito bene il cambiamento, anche grazie a un grande lavoro di formazione su di se stesso e sullo staff, composto da sette addetti. «Nel momento in cui tutto il negozio ha iniziato ad avere una sua connotazione precisa, ho cominciato a ottenere risultati», rimarca l’ottico romano. Nei suoi punti vendita Di Pietro ha optato per un’offerta che va dai progetti più estremi a quelli con un’estetica più minimal, con un posizionamento piuttosto alto. «L’ottico generalmente ha “paura” del prezzo dell’occhiale, è restio a proporre alcune cose: così però non diamo la possibilità ai clienti di evolversi – sottolinea – Siamo pochi a fare ricerca, ma più siamo, più lavoriamo perchè si genera una spirale virtuosa».
Al DaTE ha partecipato per un paio di edizioni, perché si muove molto all’estero, ma l’hanno seguita sempre i suoi collaboratori. «Quest’anno ci andrò anche io, la location è bellissima, inoltre è un importante momento di incontro con i colleghi: attualmente in Italia è la manifestazione numero uno nell’ambito dell’occhiale d’avanguardia – conclude Di Pietro - Per il messaggio che si deve lanciare, per il cambiamento degli ottici, rappresenta un evento molto importante, concentra tutto quello che è il mercato delle principali aziende pioniere nella ricerca. È importante per un cambio di prospettiva da parte dei professionisti, per allargare lo sguardo da un prodotto commerciale a un altro tipo di progetto: DaTE, infatti, offre l’opportunità all’ottico classico di avvicinarsi a questo settore e vedere in maniera immediata cosa sia questo tipo di lavoro e le facce di chi c’è dietro».
N.T.