Da Bangkok all’Ucraina, il giro del mondo dell’eyewear più curioso

Tra le presentazioni della Milano Fashion Week, al White e per le vie della città, nei giorni scorsi si sono viste proposte di occhiali inconsuete

Da Boyy, brand di estrosi ma funzionali accessori di lusso con sede tra Bangkok e Milano, nel calendario ufficiale dell’ultima settimana della moda milanese, tra guanti studiati per i pescatori d’altura canadesi e le borse in agnello che simulano con le stampe un sacchetto con le verdure, presentano gli occhiali in metallo dalle aste sottili di cui una forma il nome Boyy (nella foto principale). Al White, il tradizionale salone che si è tenuto dal 24 al 26 febbraio in via Tortona, Linda Farrow, brand creato nel 1970 dall’omonima stilista di moda, oltre ai modelli tondi e tridimensionali e a quelli in titanio e acetato, ne propone altri con le aste lavorate con la tecnica del sand blasting, un trattamento con la sabbia per un effetto gommato e mat. In stand anche la piccola collezione di un marchio di ragazzi ucraini, impossibilitati a lavorare per la guerra, che l'azienda inglese ha preso sotto la sua ala protettiva. Dà una consulenza per il design e cura la produzione in Giappone con acetato Mazzucchelli. Tra i vari modelli anche gli occhiali “cancello” senza lenti, tempestati di strass.

Sempre al White, Pepitos Eyewear, brand di San Marino fondato da Michele Casadei che ne è anche il designer, conferma con le mascherine in cinque colori e lenti specchiate il successo di questo tipo di eyewear. De Wan, il negozio di via Manzoni famoso per gli accessori di lusso accessibile, ha lanciato per la Fashion Week ben 25 nuovi occhiali, dai più lineari a quelli in acetato geometrici, grandi e con strass, a quelli con lenti di vari colori (nella foto sopra, Nimai Piazza, assistente di Roberto De Wan, posa con un modello della collezione).

Luisa Espanet

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