Bux, il negozio come una casa

Lo storico centro ottico della famiglia pugliese è stato completamente rinnovato nei mesi scorsi, con particolare attenzione ai materiali che danno pregio alle montature, ma anche a una passione come la musica, presente con vari oggetti nelle diverse sale di vendita che si trasformano così in vere e proprie stanze (nella foto, l'interno)

«A fine febbraio abbiamo inaugurato il nuovo negozio con un evento sobrio, alla presenza di pochi amici. Poi è scoppita l'emergenza sanitaria, ma il centro ottico è rimasto comunque sempre aperto, almeno per assistenza e consegne a domicilio. Da maggio, finalmente, il lavoro è ripartito bene», afferma a b2eyes TODAY Sabino Bux, che gestisce insieme al padre Giuseppe e a quattro collaboratrici il negozio di via XX Settembre, dove si trova esattamente da cinquant’anni, nel cuore di Altamura, in provincia di Bari. Negozio che dopo nove mesi di lavori ha visto la superficie triplicata grazie all’acquisizione di nuovi locali, per un totale di 160 metri quadrati dedicati all’area vendita e altrettanti alla sala refrazione e al laboratorio interno.

«Nel 2010 avevamo già fatto una ristrutturazione, perché non c’era sufficiente coerenza di stile tra lo studio optometrico, caratterizzato da strumentazione all’avanguardia inserita in un contesto di arredo classico, con oggetti e pavimenti antichi, e la parte commerciale, che invece andava rinnovata - spiega Bux - Da quasi dieci anni lavoriamo esclusivamente con occhiali di design, per cui ora abbiamo finalmente potuto adeguare anche gli interni a questa tipologia di linee eyewear. Con l’occasione abbiamo anche ampliato e collegato lo studio a uso interno: in questo modo ho potuto riprodurre pure nel negozio l’ambiente del palazzo dei primi del 900 in cui entrambi ora si trovano, con un grande androne, un atrio con luce naturale e un campanello in ottone con la scritta Casa Bux, oltre il quale si sviluppano gli ambienti interni, cioè il salotto e il soggiorno».

Perché è proprio a un ambiente familiare che il concept si ispira: il percorso che conduce all’area vendita, che si può effettuare da seduti al tavolo del soggiorno o in un salottino con le sedute basse, si snoda attraverso una serie di stanze dall’atmosfera particolare. «Nella prima si trovano riferimenti a tutti i materiali utilizzati nell’eyewear: maniglie in cuoio, parete frontale in legno con acetato Mazzucchelli, cassetti rivestiti in metallo e così via - racconta l’ottico pugliese - Poi sono evidenti numerosi riferimenti alla musica, che è una mia personale passione: un giradischi, un pianoforte, strumenti costruiti con scarti di materiale dell’occhialeria, quadri realizzati con copertine originali di vinili 33 o 45 giri che fanno riferimento all’occhio e alla visione. Prima del Covid volevo organizzare un evento con un esperto musicologo che illustrasse le peculiarità tecniche di questi dischi, mentre io avrei spiegato il significato dell’immagine della copertina. Questo tipo di iniziative sono ovviamente rimandate, anche se il 28 luglio è in programma un appuntamento con Saturnino, secondo le attuali disposizioni e regole: ne abbiamo in cantiere altri due o tre del genere, vedremo quando e come realizzarli, ma ora i nostri clienti possono contare su qualcosa di più di un semplice negozio, di una vera e propria casa pronta ad accoglierli».

A.M.

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