A poco più di una settimana dalla fine del lockdown, professionisti bardati in sala di refrazione e addetti alle vendite mascherati si sono districati non più solo tra riparazioni di aste e cambio lenti, consegne di lac a domicilio e vendita di spray antiappannamento, come era accaduto durante la fase di emergenza, ma hanno iniziato a fare check e training visivi, a vendere occhiali da sole e da vista
Lontani dai fatturati che caratterizzavano i loro negozi, vicini a quelli ipotizzati dagli analisti, gli imprenditori ottici hanno dato inizio a una nuova normalità. Nuova non solo per lo scenario e il retrogusto, ma per la varietà di richieste e quesiti posti dalla clientela, oltre che delle necessità più disparate.
Molti clienti, ad esempio, hanno richiesto pre informazioni su come provare gli occhiali, perché aderire alla scelta dell’accessorio con la mascherina è un po' come indossare le scarpette di plastica per entrare in acqua per proteggersi, sentendosi però privati della libertà di entrare in contatto con la sensazione di piacevolezza che il mare regala. Altri hanno richiesto la couvette a casa, in qualche caso fatta recapitare da corrieri o da persone di famiglia: guardarsi allo specchio senza la mascherina, nella propria intimità e con le votazioni dei parenti cui è attualmente limitato l’accesso in negozio per evitare gli assembramenti, è stata tra le prime modalità gettonate all’inizio di questa fase due. Qualcuno poi ha contattato l’ottico richiedendogli la prova di occhiali disponibili in negozio, secondo precise indicazioni, al fine di individuarne le caratteristiche per l’acquisto. C’è stato anche chi ha inondato il numero WhatsApp del centro ottico con le proprie foto, richiedendo l’invio di immagini di occhiali adatti alle proprie caratteristiche. I meno timorosi si sono recati in negozio e hanno ottenuto la concessione di sfilarsi la mascherina davanti a specchi distanti dalla postazione della consulenza, per guardare bene i modelli. Qualcuno, infine, è riuscito a provare gli occhiali da acquistare, mascherato davanti allo specchio da banco: si sarà trattato dei più creativi o sbrigativi, che grazie all’immaginazione hanno aderito in tempi brevi alla scelta suggerita.
Chi ha fatto il suo ingresso con la mascherina egoista, cioè con la valvola, è stato invitato a sovrapporre quella chirurgica e chi è entrato con la mascherina abbassata sul mento, è stato sollecitato a indossarla. Sono stati, inoltre, molteplici i quesiti posti dalla clientela: ecco alcune delle domande e risposte più ricorrenti nei giorni scorsi.
“Per l’acquisto di un paio di occhiali per il mio bimbo, posso entrare con lui?”. La risposta è no. Saremmo in presenza di una persona e mezza affidata al venditore, ma la mamma può comunque mantenere la distanza, magari all’ingresso, partecipando alla scelta finale da sola con il bambino.
“Posso entrare con il cane per acquistare i miei occhiali?”. La risposta è sì. La pandemia ha disciplinato l’ingresso degli umani, ma i cani, che come tutti gli animali domestici non risulta che trasmettano il virus, restano gli unici accompagnatori a poter annuire alle scelte in diretta del proprio padrone.
“Ho bisogno di accompagnare mia mamma, che, essendo molto anziana, si affida ai miei consigli. Posso essere presente per la misurazione della vista e per la consulenza?”. La risposta è no. Le persone anziane saranno accompagnate e affidate all’addetto alle vendite o all’ottico per il check visivo, mentre i loro congiunti potranno ricevere separatamente dal centro ottico informazioni sugli esiti, condividendo la fase di pre acquisto distanti dalla console in cui si muove la regia di vendita.