Assottica: il rapporto profondo con il consumatore fa la differenza

Domenica 27 e lunedì 28 ottobre si è tenuto il quindicesimo Convegno di contattologia presso l’Ergife Palace Hotel di Roma: al centro della due giorni il ruolo dell’ottico nei confronti dell’utente finale, alla luce della survey promossa nei mesi scorsi dall’associazione confindustriale

«Siamo oltre le 800 registrazioni con un mix fra storici partecipanti e nuovi iscritti - ha detto Andrea Milletti (nella foto), presidente di Assottica Gruppo Contattologia, in apertura dell’evento, condotto da Roberto Rasia Dal Polo - Non solo professionisti: un numero importante di studenti verrà coinvolto durante la seconda giornata nel percorso Change the View».

Un programma ricco, frutto di una survey attraverso la quale l’associazione ha chiesto negli scorsi mesi agli ottici i temi che avrebbero voluto approfondire al convegno. «Una voce univoca ha segnalato di mettere al centro il consumatore - ha aggiunto Milletti - Tale argomento viene qui affrontato sotto diversi punti di vista».

Per sottolinearne l’importanza, il manager ha riportato due casi, uno positivo e l’altro negativo, nella fidelizzazione del cliente. «Da un lato Supreme, marchio fondato da due giovani negli anni Novanta e oggi rilevato da EssilorLuxottica, il cui successo è stato determinato dall’aver posizionato all’interno di ogni negozio una pista da skateboard per attirare i ragazzi: oltre a cambiare i pezzi della propria tavola, compravano abbigliamento e accessori del brand - ha spiegato Milletti - Dall’altro lato un caso di insuccesso, quello di Abercrombie & Fitch: negli anni Duemila ha riscosso grande notorietà posizionando fuori dagli store ragazzi come modelli, abbassando all'interno le luci, spruzzando profumo. Pur con questa innovativa impostazione, l’insegna ha allontanato il cliente, che in un ambiente di questo tipo non riusciva a trovarsi a proprio agio e ad acquistare, entrando così in una profonda crisi».

Perché quindi la categoria degli ottici dovrebbe considerare questi esempi? «Perché se il 70% delle scelte proviene da noi professionisti della visione, per la restante parte è il rapporto profondo che instauriamo con il consumatore a fare la differenza», conclude Milletti.

Francesca Tirozzi

Lenti a contatto