Alcon, un progetto educational sull’occhio secco

È stata presentata giovedì scorso a Milano una narrative review promossa da un board di oftalmologi italiani e stranieri con il contributo non condizionato della multinazionale: si propone di raccogliere le risposte della scienza alle problematiche della superficie oculare che possono condizionare la chirurgia della cataratta, del glaucoma, refrattiva e del segmento posteriore

Quattro paper da pubblicare e da mettere a disposizione della comunità scientifica entro la prima metà del 2023, cui seguirà una parte educazionale rivolta ai clinici italiani e, successivamente, una serie di tool operativi per gli stessi clinici e per gli utenti finali. È l’iter di DROPs, acronimo che sta per Dry Eye Opportunity Pre and post Surgery, il quale «nasce dall’esigenza di provare a fare un focus sull'evidenza scientifica e anche dalla volontà di accrescere ulteriormente la consapevolezza della rilevanza delle problematiche relative alla superficie oculare in ambito chirurgico», ha spiegato Edoardo Villani, professore associato di Malattie dell'apparato visivo presso il Dipartimento di Scienze cliniche e di comunità dell'Università degli Studi di Milano. «Il chirurgo oculare si preoccupa giustamente dell’indicazione all'intervento, della sua efficacia e delle possibili complicanze, e storicamente la superficie oculare è sempre stata ritenuta nel panorama operatorio come marginale rispetto al resto - ha aggiunto Villani - Invece, sulla base della letteratura ma anche delle esperienze cliniche quotidiane, in questi ultimi anni abbiamo capito che l’occhio secco va inserito tra gli aspetti prioritari da considerare, con un ruolo importante sia nel risultato dell'intervento chirurgico sia nel grado di soddisfazione del paziente».

Una maggiore cura per la salute della superficie oculare è raccomandata anche nel trattamento delle patologie più serie, che possono far passare in secondo piana l'attenzione dello specialista per l’occhio secco, con il quale sono invece a loro volta strettamente connesse. «Nel caso del glaucoma, ad esempio, un intervento ormai codificato come la trabeculectomia può essere compromesso dalla presenza di una congiuntiva infiammata, perché non è stata preservata prima dell’atto operatorio - ha ricordato Michele Figus, direttore della Scuola di specializzazione di oftalmologia dell’Università di Pisa - In termini assoluti bisogna poi anche considerare il rischio che venga pregiudicata la stessa aderenza alla terapia: se non vengono previste le opportune contromisure, i colliri per abbassare la pressione endoculare possono infatti causare una fastidiosa sintomatologia a carico della superficie oculare che, specie nelle forme di glaucoma ancora asintomatiche, inducono a volte i pazienti ad abbandonare le cure, con tutte le immaginabili conseguenze. E lo stesso vale per altre patologie che minano la salute dell’occhio, per la quale non si può quindi prescindere dalla salute della superficie oculare: da qui l’importanza di una narrative review che accenda i fari su un aspetto spesso poco considerato». Il board del progetto è composto, oltre che da Figus e Villani, anche da Stefano Bonini, direttore di Oftalmologia e professore ordinario di Malattie dell’apparato visivo presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, e da Leonardo Mastropasqua, professore ordinario e titolare della cattedra di Malattie dell’Apparato visivo presso l’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara.

Alcon è una multinazionale con un volume d’affari a livello globale di 8,2 miliardi di dollari nel 2021, anno in cui sono stati investiti circa 900 milioni di dollari in ricerca e sviluppo, ambito nel quale lavorano 1.400 persone. Sono due le divisioni: Surgery, che si occupa di lenti intraoculari e di tutte le attrezzature per l’oculista chirurgo, e Vision Care, all’interno della quale si trovano la contattologia e la dry eye & ocular health. «Operiamo in 140 paesi e l’Italia è uno dei mercati più importanti per Alcon a livello globale - ha detto Samara Orsatti, head dry eye & ocular health Italy - Siamo consapevoli che le problematiche della superficie oculare, soprattutto a monte e a valle di un intervento come quello di cataratta, non sono così conosciute dai settemila oftalmologi italiani: da qui la scelta di sostenere questo progetto per sensibilizzarli, in particolare i più giovani».

A sua volta Luca Generoso, senior brand manager dry eye & ocular health Italy, ha ribadito che «la ricerca alla base dei nostri prodotti di Alcon, per offrire soluzioni efficaci ai pazienti e garantire qualità della visione, è solo una parte della sua mission: supportare iniziative, come DROPs, che contribuiscono a informare e formare lo specialista è per noi fondamentale, per creare un vero sistema virtuoso di cui l’utente finale può beneficiare - ha affermato Generoso - Riportare l’attenzione su alcuni aspetti clinici trattati nel progetto è, infatti, uno stimolo per assicurarsi che il risultato di un intervento chirurgico non sia viziato da problematiche satellitari all’intervento stesso e percepito a volte, di conseguenza, come fallimentare con un impatto sulla qualità di vita» (nella foto, da sinistra, i relatori alla conferenza del 24 novembre a Milano: Melany Macrina, intern dry eye & ocular health Italy di Alcon, Luca Generoso, Michele Figus, Samara Orsatti ed Edoardo Villani).

A.M.

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