«Gli occhiali devono sempre avere la marcatura CE?». Il servizio inizia con il quesito di Morello a Giorgio Sommariva, direttore tecnico di Certottica, la cui risposta è un netto «sì, dopo le verifiche necessarie a dimostrare che il dispositivo soddisfa tutti i requisiti della direttiva europea di riferimento». L’occhiale viene, infatti, sottoposto «a valutazioni chimiche sui materiali, allo studio delle caratteristiche delle lenti e a vari test con i quali viene stressato nelle parti mobili, a trattamenti usuranti attraverso cui vengono stabilite le caratteristiche di deformazione e di resistenza agli urti», ha spiegato Morello. La linea passa poi a Jimmy Ghione, altro storico inviato di Striscia la Notizia, all’interno del centro ottico di Fiumicino (nella foto), da cui era andato in onda il primo servizio di denuncia dei presunti taroccamenti di montature e confezioni di lenti a contatto da parte delle aziende. Il titolare del negozio (di cui ancora non è stato rivelato il nome, ndr) mostra nuovamente le proprie perplessità sulla correttezza della marcatura CE.
Anche l’intervento di Daniela Mainini, consulente Anfao, intervistata da Striscia, non scioglie i dubbi del professionista romano. Infatti, nonostante Mainini sottolinei che è «garantita la sicurezza e la qualità dei prodotti» e che «gli occhiali e le aste sono oggetti molto particolari con dimensioni ridotte, quindi può succedere che alcune stampigliature possano sembrare irregolari», l’ottico non è rassicurato.
«Se arriva la Guardia di Finanza mi sequestrano tutto: se il marchio CE non è conforme, hanno il diritto di farlo – spiega ai microfoni di Striscia - Pago in prima persona quello che fanno le multinazionali e a me questo non va bene». A riprova mostra un certificato di autenticità dell’occhiale. «Anche qui il marchio CE è sbagliato, così come sulla confezione di alcuni colliri – spiega l’ottico - Qualche azienda mi ha però ritirato il prodotto, riconoscendo la propria responsabilità, rinviandomelo a norma oppure risarcendomi». Dal canto loro, Anfao e Certottica, come recentemente comunicato (vedi b2eyes TODAY del 4 giugno), hanno proposto al ministero dello Sviluppo economico di fare maggiore chiarezza sulle modalità di identificazione del prodotto conforme alle direttive europee.
F.T.