Portare l’occhialeria fuori dal tradizionale contesto della fiera di settore ha, però, anche altre implicazioni, che possono rivestire un peso differente a seconda del marchio, così come diverso è il patrimonio genetico delle aziende partecipanti. È quanto emerso confrontandosi con alcuni degli espositori che, dall’8 al 13 aprile, hanno animato la seconda edizione di Out of Mido (nella foto, la nuova location). «È la prima volta che partecipiamo a un evento dall’impronta consumer, generalmente è l’ottico il nostro partner di riferimento, ma questa opportunità di visibilità è un beneficio proprio per il professionista della visione – hanno dichiarato Cristina Picardi e Chiara Palamà della divisione marketing di Rodenstock Italia, presente con i marchi Mercedes e Porsche Design - Qui il consumatore può sperimentare e fare domande, al di là della necessità di realizzare l’occhiale che di solito lo spinge a recarsi in un centro ottico. Il design e, dunque, le caratteristiche tecniche, i materiali, la possibilità di “raccontare” delle storie è importante e si traduce in un vantaggio per gli ottici». E sempre per supportare i propri partner, Rodenstock Italia ha anche creato dei coupon da distribuire che, tramite un QR code, consentono di individuare il centro ottico più vicino. Indagare l’orientamento del consumatore è la grande opportunità intravista nell’appuntamento milanese da Corrado Minute di Assoluto Eyewear. «Partecipiamo a tutte le fiere di settore – ha spiegato Minute - Abbiamo colto questa possibilità perché è l’unico evento diretto al consumatore finale, per di più in un contesto che richiama moltissimo pubblico. Per noi è un’occasione di sondarne il gusto e capire cosa piace e cosa no». Per comprendere, insomma, cosa può essere modificato o migliorato e ricevere input creativi utili per la progettazione. «Un evento di questo tipo – fa eco Lara D’Alpaos di Lara D’, tra i pochi marchi presenti per il secondo anno consecutivo – è utile per capire cosa cerca il consumatore finale, oltre che un ottimo modo di guadagnare visibilità per un prodotto così votato al design». Andare a intercettare un target strategico è la molla che ha mosso Maui Jim. «Abbiamo deciso di essere presenti per far conoscere un prodotto che oggi è più noto agli stranieri che agli italiani – spiega Roberto Palagi, country manager Italia dell’azienda hawaiana - Come è emerso da una ricerca di mercato condotta negli Usa, “elegance and functional” sono i concetti chiave che connotano il nostro consumatore e qui siamo in presenza di un pubblico con una buona predisposizione economica e con un grande interesse per il design, la qualità e la funzionalità». Sempre presente a Mido e «interessata a essere nel fulcro di questo evento», Glassing ha deciso di presentare qui, tra i propri modelli, anche «il frutto della collaborazione con l’Istituto Marangoni, una linea di design che racchiude un lungo processo di ricerca e nove mesi di lavoro», ha spiegato la brand manager, Ilaria Campanale.
Tra i marchi che hanno preso parte a Out of Mido quest’anno c’erano anche Apro, Claire Goldsmith Eyewear, Emporio Veneziano, Oliver Goldsmith Sunglasses, OG Mini Icons, Milano6769, Patty Paillettes, Les Piece Uniques, Derapage, Vanni, Happiness, Saraghina e Spektre.
N.T.