Nasce il Registro dell’Optometrista Magistrale

«L’adesione al Registro avverrà a seguito di un esame che dovrà accertare le competenze in campo ottico-optometrico, le esperienze pratiche e le abilità professionali acquisite nel field ottico e comporterà una verifica triennale dell’aggiornamento e dell’adeguamento delle valenze professionali – si legge nel comunicato diramato dal Consorzio dell’Optometrista Magistrale, promotore dell’iniziativa (nella foto, studenti all'opera all'Istituto Zaccagnini) - Il Consorzio metterà a disposizione degli operatori dell’ottica, che vogliano conseguire un riconoscimento validato dalla certificazione di parte terza (cioè di un ente esterno alla professione, titolato a livello nazionale a certificare le competenze professionali), percorsi formativi mirati a colmare le lacune specifiche nelle varie materie che compongono il disciplinare del Registro sulla cui base si effettueranno le valutazioni di merito». Gli ideatori ricordano, inoltre, che «percorsi agevolati per ottenere l'iscrizione al Registro sono previsti per chi ha seguito corsi di optometria post diploma o sia laureato in ottica e optometria». E sottolineano come «la creazione di un Registro, certificato da un ente terzo riconosciuto, il cui disciplinare preveda l’aggiornamento di tutte le materie che costituiscono il bagaglio professionale dell’optometrista, viene a colmare le lacune aperte dalla vetustà dell’ordinamento dell’abilitazione, dalla mancata individuazione dell’optometrista e prende in conto di migliorare le conoscenze in campo gestionale e in quelle del retail marketing».
«Inoltre, come è noto, il mondo delle professioni, sotto la spinta dell’Unione Europea, è destinato a trasformarsi integralmente – conclude la nota - Alla base di quella che sarà una vera e propria rivoluzione, la cui scadenza, se confermata, è fissata al 13 agosto 2012, data entro la quale se non saranno riformati decadranno tutti gli ordini, è il principio della libera circolazione delle persone nell’ambito dell’Unione che si consegue, tra l’altro, con l’abbattimento delle barriere protezionistiche delle professioni (e di conseguenze di tutti gli ordini delle professioni che non saranno riconosciute) e si ottiene con la sostituzione del valore selettivo dei titoli con quello delle competenze riconosciute e certificate».
(red.)
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