L’obiettivo del corso è preparare insegnanti, futuri insegnanti e altri operatori del sociale, calligrafi e grafici, a tenere lezioni o laboratori nelle classi della scuola primaria o, in alternativa, preparare gli insegnanti sulla postura, la prensione e come insegnare il corsivo. «Crediamo sia più importante prevenire che rieducare: questo significa creare delle buone basi durante le giuste fasi di apprendimento della lettoscrittura, per dare ai bambini una scrittura scorrevole che non distragga l’attenzione dalle altre facoltà - si legge nella presentazione del corso - Durante la scuola dell’infanzia, invece, è fondamentale iniziare un programma di preparazione al gesto, che può coinvolgere il corpo e lo spazio, lavorando sia sul pregrafismo grossolano sia fine. Se guardiamo la calligrafia dal punto di vista grafico, possiamo dire che essa sia la traccia visibile dei movimenti della mano: tali movimenti sono talmente importanti che è da qui che dobbiamo ripartire, allenando la mano, l’occhio e la mente. Se la mano è l’arto principale per sviluppare le esperienze neurosensoriali del bambino, trascurare la manualità (come avviene oggi nella vita di tutti i giorni) e la calligrafia (come avviene a scuola) porterà gravi conseguenze per i nostri bambini. La scrittura illeggibile, insieme alla mano a “uncino” (al di sopra della riga di scrittura), le dita a “pugno”, la colonna vertebrale incurvata con testa di lato e troppo vicina al foglio sono manifestazioni di abitudini oramai consolidate».
All’interno del corso il programma tenuto da Bollani prevede, tra le varie tematiche, la visione e le sue abilità visuospaziali, come strumento ideale per favorire il processo di maturazione corporea e di memorizzazione-manipolazione delle informazioni, i difetti visivi e le anomalie binoculari, per la valutazione delle influenze negative sull’apprendimento, una valutazione globale dei sistemi posturale-visivo-masticatorio attraverso l’analisi di catene muscolari, dei sistemi tampone e delle strategie che l’organismo attua di fronte a un problema visivo cognitivo, ma anche la valutazione del fattore P.I.C. (posizione-illuminazione-correzione) e dei tempi d’utilizzo di videogiochi, computer e televisione, nonché il mantenimento di un’efficienza visiva attraverso semplici esercizi di stretching visivo e una corretta alimentazione.
(red.)