Intercast vuole delocalizzare in Thailandia?

«Lo stabilimento di Parma è stato completamente svuotato, i dirigenti stanno lavorando da casa e domani verrà ufficializzata la mobilità per 59 dipendenti». È questa al momento la situazione di Intercast descritta da Saccon. «I primi sospetti ci sono venuti quando, nelle scorse settimane, Intercast ha iniziato a commissionare la produzione made in Italy di CR39, nostro core business, a una società vicino a Varese - prosegue il dipendente di Intercast - Abbiamo quindi messo sotto pressione i vertici aziendali, chiedendo le ragioni della scelta, ma non abbiamo mai avuto una risposta chiara, fino all’annuncio della mobilità per 59 addetti. Domani probabilmente ne verrà ufficializzata dai sindacati la procedura, solo numerica e non nominale, e saranno a disposizione dell’azienda dai 45 ai 70 giorni per raggiungere un accordo da entrambe le parti, cui seguirà la lettera individuale di mobilità».
Sui motivi della chiusura Saccon è sicuro. «Il nostro problema non è la Thailandia, con questo stabilimento abbiamo sempre convissuto: lì viene prodotto principalmente l’Nxt, al punto che l’anno scorso, quando una grave alluvione ne mise ko l'unità produttiva, noi della sede italiana non siamo stati in grado di sostituirla – sottolinea Saccon – L’obiettivo di Intercast è ora di chiudere la sede di Parma, affidare la produzione made in Italy conto terzi e spedire i macchinari in Thailandia». Dissenso e rabbia da parte di altri lavoratori Intercast sulla pagina di facebook di b2eyes. «La mancanza di un piano industriale, più volte richiesto, racconta o di una capacità manageriale più sedicente che reale o di una inconfessabile volontà di chiusura dello stabilimento di Parma – scrive una dipendente - Mentre i lavoratori venivano considerati come costi da tagliare, i dirigenti non rinunciavano a nessuno dei loro privilegi, ivi comprese le nuove auto aziendali. I dipendenti chiedono il termine di qualsiasi esternalizzazione e un nuovo piano industriale realmente orientato alla completa valorizzazione delle nostre capacità professionali, per le quali ci siamo sempre contraddistinti».
Prosegue, intanto, il silenzio da parte della dirigenza italiana e della proprietà statunitense, in attesa di un comunicato ufficiale che dovrebbe essere diffuso a breve.
F.T.

Lenti oftalmiche