Lo smaltimento totale dovrebbe avvenire entro e non oltre il 30 aprile per la distribuzione, il 31 agosto per le grandi strutture di vendita e fino al 31 dicembre per i negozi al dettaglio e le medie strutture di vendita, ma c’è ancora poca chiarezza sull’argomento. Per ora, infatti, non sono state rese note norme tecniche né sanzioni, né tantomeno sono state eseguite le sperimentazioni del caso, per le quali era stato stanziato 1 miliardo di euro dallo Stato italiano, in ritardo di oltre due anni rispetto gli altri paesi dell’Unione europea. Deve essere condotta prima di tutto, infatti, una verifica per garantire la natura biodegradabile del materiale e la sua facile reperibilità, considerato che deve essere in grado di soddisfare un fabbisogno nazionale pari a 200 mila tonnellate annue.
«I vecchi sacchetti in plastica non si possono più commercializzare, è consentito soltanto regalarli per esaurire le scorte – spiega a b2eyes.com Andrea Garagnani, presidente di Assogruppi Ottica, che raccoglie 5 gruppi d’acquisto per un totale di circa 2.500 centri ottici italiani – Dall’inizio dell’anno, dunque, potranno essere distribuite ai clienti soltanto shopper realizzate in materiali biodegradabili. È vero che non esistono ancora sanzioni vere e proprie, ma questo pare dipenda dal fatto che vogliono dare agli operatori commerciali il tempo necessario per adeguarsi al nuovo provvedimento». Tutto questo comporterà problemi all’ottico? «Gli ottici utilizzano le buste di plastica prevalentemente per consegnare al cliente i liquidi per le lenti a contatto – ricorda Garagnani – Di certo all’inizio il cambio comporterà un costo aggiuntivo, ma è soltanto questione di aspettare che domanda e offerta si riequilibrino. Inoltre, personalmente, credo sia giunto il momento di tenere in maggiore considerazione l’impatto ambientale».
(red.)