Afragoli: il dialogo ci ha portato a fare passi avanti

«Si tratta di importanti passi in avanti in un percorso non semplice, arduo e ricco di ostacoli; si tratta di piccoli tasselli da inserire, uno alla volta, in un enorme e difficile puzzle – ha aggiunto Andrea Afragoli (nella foto) - E il metodo che abbiamo scelto per operare, lo spirito con cui abbiamo deciso di percorrere questo cammino, è quello della ricerca del confronto e, ove possibile, della condivisione con tutti gli attori della filiera. Il metodo del dialogo, interno ed esterno alla categoria. Credetemi, è la strada più faticosa. È molto più facile pontificare e chiudersi sulla torre più alta del castello, tecnica molto efficace a livello di immagine ma, esperienza insegna, assai poco utile a livello pratico».
Dopo quasi due anni di presidenza Afragoli si è assegnato, di fatto, un ruolo essenzialmente di mediazione. «Nei confronti dei colleghi, nei confronti degli interlocutori, occorre essere pompieri – ha detto sempre Afragoli al Congresso dell’AdOO - Certo, buona cosa è avere robuste basi di ottica e optometria, piuttosto utile conoscere leggi e regolamenti, saper comprendere il linguaggio burocratico e quello giuridico, ma fondamentale è riuscire a gestire o quanto meno provare a gestire le mille personalità e le mille sfaccettature di chi si incontra nel cammino». Il presidente nazionale di Federottica ha poi sottolineato come la sanità pubblica sia quotidianamente mortificata dalla riduzione del budget, dalla necessità di contenere costi e, di conseguenza, le prestazioni erogate. «In ambito oftalmico credo che una leale e costruttiva collaborazione fra le tre professioni del comparto possa e debba essere attuata per il benessere di tutta la popolazione, per risolvere, e insieme ci riusciremmo, ne sono certo, problematiche che altrimenti saranno sempre più incancrenite – ha spiegato Afragoli - Tempi di attesa biblici, diagnostica (che ci tengo a chiarire: è di esclusivo appannaggio del medico oculista) tardiva, enorme costo sociale delle cronicità. Tutto questo può essere affrontato e, credo, risolto, attraverso la scelta di un percorso comune di condivisione e dialogo, attraverso una visione critica dei dati di fatto che focalizzi le questioni e tenti di risolverle creando ponti tra le competenze di figure professionali diverse; per farlo, è necessario un pizzico di coraggio e la forza delle proprie idee, la fiducia in ciò in cui si crede senza mai dimenticare l’umiltà, che è il presupposto per aprire le porte delle proprie riflessioni a quelle degli altri, e l’operosità che è assiduo lavoro quotidiano».
(red.)

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