Quasi tutti i bambini italiani “vedono” male

In Italia il 95% dei bambini (foto tratta da una campagna pubblicitaria di Optigen) assume atteggiamenti scorretti nella lettura, nella scrittura, davanti a televisione e computer. Solo il 25% dei bambini porta gli occhiali quando dovrebbero essere più del doppio, visto che circa il 66% ha bisogno di un sostegno compensativo dal punto di vista refrattivo. Questi i dati definitivi della ricerca appena conclusa dall’Albo degli Optometristi e da Federottica con l’Università del Salento su un campione di circa mille bambini delle scuole elementari, che verranno presentati in occasione del 35° Congresso dell’Albo degli Optometristi, a Verona dal 25 al 27 aprile 2009.
La situazione italiana riflette quella sempre più allarmante di molti altri paesi. In occasione del congresso verranno, inoltre, presentati da Silvio Mariotti, oftalmologo e coordinatore del programma per la prevenzione della cecità “Vision 2020” - lanciato nel 1999 dall’organizzazione mondiale della sanità con l’International Agency for the Prevention of Blindness - gli ultimi dati dell’OMS sulla compromissione visiva provocata da errori refrattivi non corretti. Ma il difetto visivo non corretto naturalmente si riflette anche sulla visione e sulla qualità della vita dell’anziano. Infatti, secondo gli studi epidemiologici che Robert Sanet, direttore del reparto di optometria a San Diego, spiegherà al congresso: sui 12 milioni di persone oltre i 65 anni di età in Italia la percentuale di cadute potrebbe diminuire del 15% grazie a interventi preventivi. «Annualmente si dovrebbero eseguire i seguenti esami – raccomanda Sanet - Acuità visiva, stato refrattivo, valutazione oculomotoria, valutazione globale binoculare, test di sensibilità al contrasto, valutazione dell’interazione visione/equilibrio, valutazione della salute oculare. Molto importante evitare occhiali multifocali e farsi prescrivere occhiali solo per camminare».
(red.)