Monaco: opti cresce, ma cosa farà da grande?

Gli espositori italiani in mostra da venerdì 9 a domenica 11 gennaio nel quartiere fieristico di Monaco di Baviera hanno rimarcato un aspetto importante: opti si rivela un appuntamento fondamentale per chi ha un’entratura forte sul mercato tedesco e in quelli dell’area limitrofa, come Austria e Svizzera, tutte realtà con una dinamica congiunturale positiva, o nell’est e nel nord Europa. Sono queste, di fatto, le aree di maggiore provenienza dei buyer della fiera bavarese, che non fa differenza tra chi ci viene da poche o tante edizioni («Per noi è stata la terza volta qui a Monaco e anche quest’anno ci riteniamo soddisfatti del risultati ottenuti», dichiara a b2eyes.com Daniele Bazzocchi, director of operations di Safilens), ma, appunto, tra chi è inserito o meno nelle regioni di maggiore appeal. Da qui nasce la riflessione se ormai opti può essere considerato un salone internazionale a tutti gli effetti, al pari di Mido o Silmo, ad esempio, o se, invece, ancora un evento interregionale.
Le date, l’ampia offerta e l’organizzazione rimangono un punto di forza della manifestazione, anche se il padiglione C4 (nella foto, uno scorcio), dedicato all’eyewear di design, andrebbe probabilmente scremato di alcune aziende o marchi, ad esempio Charmant e Oakley, che, nonostante gli stand imponenti, c’entrano fino a un certo punto con gli altri espositori, così da proporre un quadro più omogeneo all’ottico in visita. Un altro neo ha riguardato la posizione del Media Village, destinato alla stampa non tedesca di settore: collocato addirittura prima dei tornelli d’ingresso all’entrata Nord, in una posizione disagevole se non addirittura inutile, ha condizionato notevolmente il contatto tra mezzi d’informazione e ottici, italiani e non solo, che poi è il principale obiettivo di tale presenza.
A.M.

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