Silmo: in Place d’Italie quattro giorni di coinvolgimento, cultura e incontro

Sono le parole chiave attorno alle quali Nico Caradonna e Franca Bochicchio hanno sviluppato il progetto in collaborazione con il salone francese e che hanno caratterizzato tutte le attività svoltesi nello spazio dedicato al nostro paese, dove sono transitati designer, giovani talenti, ottici e altri esponenti del settore

“Ma cosa avete combinato nel padiglione 7?” È la frase che Nico Caradonna e Franca Bochicchio (nella foto sotto) si sono sentiti ripetere più di frequente durante le quattro giornate di Silmo dai visitatori che hanno affollato i circa 250 metri quadrati di Place d’Italie. «È stato un grande successo, vorrei mantenere il commento su un tono moderato ma è così - dice Caradonna a b2eyes TODAY - Innanzitutto da un punto di vista dell’affluenza, che è stata notevole quando invece pensavamo di avere difficoltà a riempire uno spazio così ampio. In secondo luogo per quanto riguarda ciò che ci ha trasferito chi è venuto a trovarci, in primis la certezza che l’idea è stata unica e nuova. Perché uno spazio dedicato all’Italia così grande, organizzato e coinvolgente non si era mai visto a Silmo. Questo ci ha reso particolarmente orgogliosi, dato che ci stiamo lavorando da un anno».

Le parole chiave attorno alle quali Bochicchio e Caradonna hanno deciso di strutturare il progetto e che in fiera hanno preso forma concreta sono state coinvolgimento, cultura, legata a vari aspetti del settore, e incontro. «Una conferma dell’aver centrato gli obiettivi ce l’ha data in maniera tangibile il wall of friends, dove chi è passato ha voluto lasciare la propria firma, segno che siamo riusciti a farli stare bene, in un modo che è il nostro: ci piace fare gruppo, coinvolgere le persone con lo stesso spirito che entrambi usiamo in negozio o sui social», afferma il professionista pugliese.

«Place d'Italie, posizionata esattamente al centro del nuovo padiglione 7 di Silmo Paris, è nata ed è stata gestita da due ottici indipendenti. E con questa iniziativa ci siamo chiesti come rappresentare meglio il ruolo che gli ottici indipendenti stessi hanno e possono avere nel nostro settore - spiega Bochicchio al nostro quotidiano - Il riscontro più bello non parla di numeri, ma di persone, non solo italiane, che sono transitate nella piazza per incontrarsi, prendere un caffè, scambiare opinioni e confrontarsi fuori dalle telecamere, riabbracciarsi, lasciare testimonianza del loro passaggio, osservare artigiani italiani all'opera e fotografare il muro della creatività italiana, la stessa creatività che l'ottico indipendente avrà la possibilità di selezionare nel proprio punto vendita».

Come ricordano gli organizzatori di Silmo nel comunicato finale, Place d’Italie ha preso il nome dall’omonima e storica piazza nella capitale francese, per dare il benvenuto agli amici e vicini d’oltralpe: ad animarla sono stati diversi talk, ma anche momenti dedicati ai giovani talenti e all’artigianalità dell’occhiale. «Abbiamo creato ad esempio un panel di discussione con ottici di successo che hanno avuto la possibilità di sviluppare il loro percorso professionale e sono arrivati all’età del passaggio generazionale: è stata una bella occasione di confronto e di crescita (nella foto principale, la tavola rotonda) - aggiunge Caradonna - Un altro momento molto interessante è stato quello con Elisa Maestrelli, Antonio Giannelli, Cristina Peterle, Giulia Viel, Lorena Musanni, Luca Rizzo e Vanessa Zanetti, ragazzi che hanno appena terminato l’Its per Eyewear product manager, cui abbiamo chiesto di realizzare un progetto ispirandosi al concetto di Grand Tour del 700, valutato e analizzato poi da designer affermati. Un modo per mettersi alla prova come accadrebbe quando ci si pone sul mercato, anche se Place d’Italie non è stato un luogo di business, non è servito a vendere alcun prodotto o servizio, bensì un progetto condiviso con Silmo per dare uno spazio ben preciso al nostro paese, dove si potessero incontrare italiani e non e dove si potesse conoscere la realtà nazionale da tanti punti di vista».

I due professionisti hanno anche voluto far vivere un’esperienza di assaggio di alcuni prodotti tipici per dare agli ospiti la possibilità di comprendere anche così la nostra italianità. Non è mancata l’occasione di parlare di marketing e comunicazione con vari interlocutori. E tutti i giorni Doriano Mattellone e la giovane Giada Del Molin, braccio destro di Fabio Stramare, hanno presenziato con strumenti e materie prime per dare dimostrazione di quello che è il processo che si cela dietro l’occhiale. «Non erano lì a parlare di prodotto ma di tecnica, di come realizzano un frontale o rifiniscono l’acetato e il legno dopo averlo sagomato, per mostrare la parte più artigianale e autentica del made in Italy», precisa Caradonna.

Cosa aspettarsi dunque per il prossimo Silmo? «Non sappiamo ancora cosa ci sarà nel 2024, ma pensiamo che ciò che è iniziato non si può fermare: tra un paio di settimane ci rimetteremo al lavoro per elaborare nuove idee», concludono Caradonna e Bochicchio.

N.T.

Fiere