Rossetti e l’optometria, il meglio deve ancora venire

Consegnato domenica scorsa a Monastier il premio Ferrante al professionista e docente friulano (nella foto)

“Buongiorno, oggi faremo lavorare la memoria attraverso una specie di gioco su degli anni che conoscete bene, perché sono gli ultimi cinquant’anni. Sono degli anni che avete vissuto quindi di base conoscete le risposte; dovete soltanto fare lavorare la memoria”. Il prossimo 19 settembre, per la regia di Claude Lelouch, arriva nei cinema il terzo capitolo dedicato ai personaggi di Anne e Jean-Louis, dal titolo I migliori anni della nostra vita, e queste sono le parole pronunciate dall’educatrice nella casa di riposo dove il film si apre.

Il regista fa proprio un aforisma di Victor Hugo, “i migliori anni di una vita sono quelli ancora da vivere”, e si rivolge non soltanto ai nostalgici ma a tutti coloro che sono disposti a riflettere. Domenica scorsa, in occasione del 45° Congresso dell’Adoo, è stato consegnato all’amico Anto Rossetti il ventisettesimo premio intitolato a Francesco Ferrante, per “la sua costante dedizione all’optometria, quasi a renderla una missione, proferendo insegnamenti e passione”.

Anto rappresenta un fiero riferimento della storia dell’optometria italiana, una storia professionale spesa a ventaglio presenziando con discrezione, ma con autorevole figura, dove si rincorrevano gli episodi, italiani e non solo, dell’optometria. Per chiunque non sia corroso da malanimo o acrimonia, Anto rappresenta degnamente la memoria storica della professione degli ultimi cinquant’anni e, anche se nonostante la sollecitazione di Lelouch l’attitudine a riflettere vada smarrendosi, forse augurandosi anche lui che i migliori anni sono ancora quelli che ci aspettano, continua a essere un sicuro riferimento. Premio meritato. Bravo Anto.

Sergio Cappa

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